Sassari, 4 ottobre 2019 – Il primo obiettivo è individuare eventuali patologie che costituiscono un fattore di rischio per morte improvvisa quindi eventuali cardiopatie congenite, infine, avviare i piccoli pazienti affetti da eventuali patologie cardiache a ulteriori accertamenti.
È il progetto della Cardiologia pediatrica dell’Aou di Sassari, “Un minuto per la vita”, tanto è il tempo necessario per fare un elettrocardiogramma, che a breve sarà avviato nelle scuole Primarie di Sassari. Nei giorni scorsi è stato presentato ai dirigenti scolastici degli istituti comprensivi della città, nella sede dell’assessorato alle Politiche educative e giovanili del Comune di Sassari.
“L’iniziativa nasce dalla volontà di prevenire la morte cardiaca improvvisa che, al giorno d’oggi, rappresenta circa il 45 per cento delle morti di origine cardiovascolare. Questa attività di prevenzione è una vera e propria sfida della cardiologia moderna”. A dirlo è stato il responsabile della Cardiologia pediatrica Mario Pala che, alla presenza dell’assessore comunale Rosanna Arru e del presidente dell’Atp Roberto Mura, ha illustrato ai dirigenti scolastici come nasce l’iniziativa.
Il progetto prevede lo screening di circa 1000 alunni di 44 prime elementari dei 9 istituti comprensivi della città. “L’età di sei anni – ha detto Mario Pala – è quella ideale, perché la maggior parte dei bambini non hanno mai fatto una visita e un esame di questo tipo”.
Il piano prevede una visita cardiologica e un Ecg per tutti i bambini che aderiscono all’iniziativa. In un secondo tempo, se necessario e in presenza di un sospetto diagnostico, i medici potranno procedere con ulteriori accertamenti clinici e strumentali anche nei confronti dei loro familiari. Le visite saranno fatte negli ambulatori della Cardiologia pediatrica, al piano terra della palazzina del Materno infantile. Un giorno a settimana, a partire dalla seconda metà di ottobre sino a maggio, sarà dedicato allo screening di almeno due classi per volta.
“È importante fare questa prima esperienza – ha concluso Mario Pala – perché può considerarsi un vero e proprio screening di massa che, in Sardegna, non è mai stato fatto su bambini in tenera età”.