Le malattie cardiovascolari assorbono il 15 per cento della spesa sanitaria italiana: oltre 15,7 miliardi di euro nel 2015. A Firenze, il 20 e 21 aprile, “Thinkheart with GISE”, appuntamento promosso dalla Società italiana di cardiologia interventistica (GISE), che mette a confronto clinici e decisori, Istituzioni e società civile sui nuovi modelli di governo della sanità, in particolare della cardiologi
Milano, 7 marzo 2017 – Si svolgerà il 20 e 21 aprile a Firenze, alla Stazione Leopolda, la seconda edizione di “Thinkheart with GISE”, appuntamento promosso dalla Società italiana di cardiologia interventistica (GISE). Si partirà dai dati raccolti nei centri di emodinamica italiani, per riflettere ad ampio spettro, grazie al confronto tra clinici e decisori, istituzioni e società civile, sul tema di un nuovo modello di governo della cardiologia interventistica nell’ambito del sistema sanitario nazionale, puntando su innovazione, efficacia e sostenibilità.
“Il progetto ha preso vita dalla sempre maggiore consapevolezza di come l’efficacia dell’assistenza sanitaria non sia una sfida che possa essere affrontata esclusivamente sul piano clinico: è la governance dell’intero percorso, oggi, a determinare il successo di un modello di welfare sanitario innovativo e veramente efficace”, spiega Giuseppe Musumeci, Presidente GISE.
Una consapevolezza necessariamente evidente nel caso delle malattie cardiovascolari che, pur a fronte di un importante calo della mortalità, continuano a crescere in Europa, come in Italia. Secondo i recenti dati del Rapporto European Heart Network 2017, tra il 1990 e il 2015 il numero di casi di malattia cardiovascolare nel continente è cresciuto in assoluto del 34 per cento tra gli uomini e del 29 per cento tra le donne.
In Italia si è passati dai 2 milioni di casi tra gli uomini ai 2,6 milioni e dai 2,13 milioni ai 2,78 milioni tra le donne: un ecumenico +30 per cento. Rispetto all’aumento complessivo della popolazione italiana negli ultimi 25 anni, è comunque diminuita la prevalenza, rispettivamente passata dal 6 al 5 per cento per gli uomini e dal 4,66 al 3,9 per cento per le donne.
Di pari passo sono in crescita i costi che, tra spesa sanitaria, mancata produttività, costi sociali e via dicendo, hanno superato i 200 miliardi di euro nei soli Paesi UE; in Italia nel 2015, secondo il Rapporto, le malattie cardiovascolari hanno assorbito 15,7 miliardi di euro di sola spesa sanitaria, pari al 15 per cento del totale.
“Tutte ragioni, queste, per cui GISE sente forte la responsabilità di farsi promotrice di un approccio più sinergico, che coinvolga tutti gli attori del percorso assistenziale: aziende, decisori, amministratori, pazienti – continua Musumeci – Solo una visione globale, infatti, incentrata sul concetto di qualità di vita del paziente e dei suoi familiari, aspetto quest’ultimo spesso sottovalutato, può assicurare un controllo della spesa sanitaria che non pregiudichi validità delle cure ed eccellenza nella ricerca e nell’innovazione”.
GISE da molti anni promuove una consistente raccolta di dati sull’attività dei centri di emodinamica in Italia, un patrimonio di conoscenze inestimabile, la cui corretta lettura ed approfondita analisi possono indicare i percorsi da seguire per determinare le strategie e le azioni possibili volte a concreti progetti di miglioramento. L’appuntamento del 20 e 21 aprile costituirà pertanto una nuova importante occasione di confronto, “un’ulteriore decisiva tappa verso la definizione di un modello di cardiologia interventistica nel nostro Paese che possa essere in costante positiva evoluzione e realmente sostenibile”, conclude il Presidente GISE.
fonte: ufficio stampa