L’Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti Ospedalieri (AIGO) illustra al Festival della Salute di Montecatini il rapporto tra consumo di carne rossa e rischio di cancro del colon retto. Particolare attenzione sull’obesità: è un fattore di rischio per il tumore al colon maggiore rispetto al consumo di carne rossa e processata
Roma, 20 settembre 2018 – L’Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti Ospedalieri (AIGO) mette in evidenza un aumento del rischio di cancro del colon retto del 15% nelle persone in sovrappeso e del 33% nelle persone obese: un pericolo ancora più grave perché meno noto rispetto ad altri fattori più conosciuti, anche se meno dannosi, come ad esempio la carne rossa. Il consumo di 100 grammi di questo alimento ogni giorno, infatti, aumenta del 17% il rischio di sviluppare questa forma di tumore e l’assunzione quotidiana di 50 grammi di carne lavorata (come i salumi) del 18%.
Questo è uno dei temi che saranno affrontati nel corso della tavola rotonda Miti e realtà in gastroenterologia, organizzata da AIGO nel corso del Festival della Salute, l’appuntamento annuale dedicato a prevenzione, salute e benessere della persona, in programma dal 21 al 23 settembre a Montecatini (Pistoia).
Sottolinea il presidente dell’Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti Ospedalieri (AIGO) Giuseppe Milazzo: “E’ molto importante consumare carne rossa e lavorata in quantità moderate, non più di tre porzioni alla settimana. Non va, tuttavia, demonizzato questo alimento. Tutti ricordiamo che l’International Agency for Research on Cancer dell’Organizzazione mondiale della Sanità, ha inserito le carni rosse tra le sostanze probabilmente cancerogene per l’uomo e le carni lavorate tra i cancerogeni certi, come amianto, alcol etilico e fumo. È importante però precisare che questi fattori di rischio non sono ugualmente pericolosi: le carni processate e rosse, infatti, aumentano il rischio di tumore del colon retto del 17-18% mentre il fumo di sigaretta è un pericolo molto maggiore, facendo crescere di venti volte il rischio di sviluppare un tumore al polmone”.
La carne rossa
Gli elementi che suggeriscono di consumare in maniera moderata questo alimento sono l’elevato contenuto di grassi saturi e di una particolare forma di ferro, detta ‘eme’, che in dosi eccessive stimolano l’aumento di colesterolo, i livelli di insulina nel sangue e l’infiammazione del tratto intestinale, favorendo lo sviluppo di alcune patologie, tra cui i tumori. Rispetto alla carne rossa, è preferibile il consumo di carni bianche perché hanno un basso contenuto proprio di ferro eme.
Inoltre, la cottura prolungata o ad alta temperatura della carne porta alla formazione di ammine eterocicliche, sostanze potenzialmente tossiche e cancerogene.
Non bisogna dimenticare, però, che la carne ha un irrinunciabile valore nutrizionale perché fornisce nutrienti preziosi per il benessere della persona come zinco e ferro. È inoltre l’unica fonte naturale di vitamina B12.
Il tumore al colon retto
Questa patologia è il risultato di più fattori ed è innescata dall’interazione tra ambiente, stile di vita e genetica. L’eccesso di grasso corporeo può essere tra le sue cause perché favorisce uno stato di infiammazione generalizzata nell’organismo e l’aumento dei livelli di alcuni fattori di crescita e ormoni, che a loro volta agevolano la crescita delle cellule tumorali.
La condizione che espone maggiormente all’insorgere di questa patologia è l’età avanzata. A seguire si segnalano l’appartenenza al genere maschile, la familiarità, le malattie croniche intestinali e, in misura minore, il diabete.
Vi sono anche dei comportamenti che possono esporre al rischio di sviluppare la malattia: tra questi il consumo eccessivo di alcol e il fumo.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia con quasi 40 mila nuovi casi all’anno il carcinoma del colon-retto è tra i tumori a maggiore incidenza nella popolazione ed è al secondo posto tra i tumori come causa di morte sia negli uomini sia nelle donne.