Firenze, 3 settembre 2020 – “Il Sindacato Medici Italiani in previsione della campagna vaccinale di autunno intende evidenziare le difficoltà che i medici di medicina generale dovranno affrontare per mantenere gli attuali standard di assistenza in contemporanea con lo svolgimento delle vaccinazioni antinfluenzali nei tempi molto stretti richiesti” così in una dichiarazione Nicola Marini, Segretario Regionale Sindacato Medici Italiani della Toscana rende pubblica la posizione SMI.
“Mantenere il distanziamento sociale, provvedere ad un adeguato monitoraggio clinico dei pazienti nella immediatezza dell’inoculazione, la indispensabile opera di sanificazione impediscono, di fatto, la possibilità di assistere un numero di pazienti superiore a 8/10 ogni ora. Un medico di medicina generale che abbia un numero medio di 1.200 pazienti vedrà un incremento del suo già impegnativo lavoro di circa 40 ore”.
“Lo SMI ribadisce il concetto che, nella misura in cui la finalità sia vaccinare, nel più breve tempo possibile, in sicurezza, la maggior parte della popolazione a rischio, per agevolare la diagnosi differenziale con il Covid-19 e impedire un eccessivo afflusso ai Pronti Soccorso, risulta evidente che la Medicina Generale non potrà adempiere compiutamente a questo compito senza un impegno da parte delle ASL nel mettere pienamente a disposizione strutture e personale”.
“Lo SMI ritiene che, senza queste condizioni non dovranno essere imputati ai medici di medicina generale eventuali ritardi relativi a efficienza e tempestività della campagna vaccinale, di massima importanza per la presenza della condizione pandemica Covid-19”.
“Infine, il Sindacato Medici Italiani chiede alla Regione Toscana, in previsione dei numeri molto elevati di atti vaccinali, di produrre una modulistica semplice e chiara del consenso informato che sia di facile comprensione per i pazienti e costituisca una tutela professionale per i medici” conclude Marini.