Lo sostiene su Science un team di scienziati internazionali di cui Marco Bindi dell’Università di Firenze è l’unico ricercatore italiano
Firenze, 20 settembre 2019 – È un docente dell’Università di Firenze l’unico autore italiano di un articolo su Science che si rivolge ai leader mondiali per un impegno urgente contro il cambiamento climatico, in concomitanza con la nuova mobilitazione mondiale a difesa dell’ambiente Friday for Future (“The human imperative of stabilizing global climate change at 1.5°C” DOI: 10.1126/science.aaw6974).
Si tratta di Marco Bindi, docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari Ambientali e Forestali, che ha collaborato con un team internazionale di scienziati coordinato dall’Università di Queensland in Australia.
L’articolo è il risultato delle attività delle ricerche scientifiche svolte nell’ambito dello special report Global Warming 1.5°C dell’Intergovernmental panel climate change delle Nazioni Unite ed evidenzia il fatto che investire nella risoluzione dei cambiamenti climatici sia anche un buon business: agire per ridurre i cambiamenti climatici costerà molto meno dei danni altrimenti inflitti dai cambiamenti climatici a persone, infrastrutture ed ecosistemi.
L’articolo quantifica così i rischi che scaturiscono dal surriscaldamento globale, ma rileva anche i vantaggi per foreste, biodiversità, coltivazioni se si limitasse l’innalzamento delle temperature globali a un grado e mezzo, evitando di arrivare a due gradi. Proprio in questo filone si inserisce il contributo di Marco Bindi che si è occupato di valutare le proiezioni del rischio per i sistemi agricoli.
“L’area del Mediterraneo sarà fortemente esposta a siccità e a deficit di precipitazioni con ovvie conseguenze sulla produzione primaria di alimenti – osserva il docente fiorentino – ci saranno comunque notevoli benefici con il contenimento del riscaldamento globale di un grado e mezzo”.