A Milano, il Centro multidisciplinare sul disagio adolescenziale della Casa Pediatrica Fatebenefratelli è il punto di riferimento a livello nazionale per il trattamento di casi di bullismo e cyberbullismo. A Perugia, presso la Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria è stato attivato un progetto per istituire uno sportello multidisciplinare per riconoscere precocemente e gestire il maltrattamento in età pediatrica e adolescenziale
Perugia, 20 novembre 2017 – Il bullismo non è uno scherzo. E’ una violazione dei diritti umani, stando alla definizione di Action Aid. E gli ultimi fatti di cronaca lo dimostrano.
Bullismo e cyberbullismo sono un fenomeno in aumento nel nostro Paese. Secondo i dati del Rapporto Censis 2016 emerge, infatti, che il 52,7% degli studenti tra 11 e 17 anni nel corso dell’anno ha subito comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da parte dei coetanei. La percentuale sale al 55,6% tra le femmine e al 53,3% tra i ragazzi più giovani (11-13 anni). Sulla rete, poi, sono le ragazze ad avere la peggio.
E il cyberbullismo, in effetti, è l’altra faccia della stessa medaglia che fa paura. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza 1 adolescente su 10 tra gli 11 e i 13 anni subisce cyberbullismo rispetto all’8,5% dei ragazzi più grandi tra i 14 e i 19 anni. Le femmine sono ancora le vittime predilette dai cyberbulli (70%) che sono per oltre il 60% di sesso maschile.
Quando il cyberbullismo è a sfondo sessuale si parla di sexting e anche qui i dati sono allarmanti:sempre secondo l’Osservatorio,fin dagli 11 anni di età la tendenza degli adolescenti è quella di scattarsi selfie intimi e senza vestiti e inviare le immagini o i video nelle chat. Ciò che desta preoccupazione è l’età dei ragazzi coinvolti, sempre più bassa: sono infatti il 6% dei preadolescenti dagli 11 ai 13 anni, di cui il 70% sono ragazze, che praticano il sexting e circa 1 adolescente su 10, dai 14 ai 19 anni.
“Il bullismo è un fenomeno in continua evoluzione – afferma la prof.ssa Susanna Esposito, ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Perugia e presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, WAidid – i ragazzi non devono essere allarmati ma consapevoli che le loro azioni possono cambiare la vita di un loro coetaneo, influenzandoli durante una delle fasi più delicate della loro vita come appunto l’adolescenza. Anche i genitori devono fare la loro parte, prestando attenzione all’utilizzo che i figli fanno dei cellulari e dei social. Nonostante ci sia il divieto di iscrizione ai social network prima dei 13 anni di età, infatti, i bambini si aggirano fin da piccolissimi sulle diverse piattaforme social attraverso lo smartphone o il tablet dei genitori. Permettendogli l’accesso nonostante il divieto, i primi ad infrangere le regole sono proprio loro”.
Gli adolescenti di oggi, e talvolta anche i loro genitori, sembrano in effetti sottovalutare il pericolo e la gravità. Per fortuna oggi esiste una tutela in più con la Legge 29 maggio 2017 n. 71 secondo cui “un minore di almeno 14 anni potrà chiedere, senza l’intervento di un adulto, di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in rete al gestore del sito web o ai social network. E se non sarà cancellato entro 48 ore, potrà ricorrere al Garante della privacy”.
Tra i centri in Italia che vengono in soccorso delle vittime di bullismo e dei loro genitori, un ruolo importante lo svolge il Centro multidisciplinare sul disagio adolescenziale della Casa Pediatrica Fatebenefratelli a Milano che solo nel 2016 ha raccolto oltre mille pazienti con un incremento dell’8% rispetto al 2015. La Casa Pediatrica ha stipulato un protocollo pluriennale con il Ministero dell’Istruzione per ampliare proprio la sezione dedicata alla prevenzione e alla cura dei problemi di bullismo e cyberbullismo.
“I nostri piccoli pazienti hanno per lo più dagli 8 ai 16 anni, età che scende anche a quattro o cinque anni per quanto riguarda episodi di bullismo ‘classico’, che non va sulla rete, per intenderci – spiega il prof. Luca Bernardo, direttore della Casa Pediatrica Fatebenefratelli – Quello che manca è un incontro tra famiglie, scuola e istituzioni sul piano della prevenzione. I dati sul bullismo e, in particolare, sul cyberbullismo sono in aumento, questo significa che qualcosa non sta funzionando. Bisogna formare prima di tutto le famiglie e gli insegnanti. Nella metà delle scuole italiane, infatti, si verificano episodi di bullismo o cyberbullismo ogni giorno.La prevenzione e la cura devono essere poi svolti da centri specializzati.Nella nostra struttura il percorso di cura può durare da sei mesi a un anno e mezzo. Come prima cosa incontriamo i genitori per ricostruire la storia, poi parliamo con i ragazzi e infine decidiamo insieme il piano progettuale, spesso svolgiamo attività di gruppo con scuole e lavori pratici di vario tipo”.
In collaborazione con il prof. Bernardo, a Perugia presso la Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria la prof.ssa Esposito intende istituire uno sportello multidisciplinare per offrire un aiuto ai minori vittime di violenze.
“Le violenze consumate contro i minori spesso non vengono intercettate neanche dai medici di famiglia e dai pediatri e diventano evidenti quando ormai sono reiterate – aggiunge la prof.ssa Esposito – A Perugia dal mio arrivo un anno fa mi sono trovata spesso di fronte a situazioni di abuso sui minori e a un importante disagio sociale. Considerato anche il rapporto di stima e collaborazione che da anni mi unisce al prof. Bernardo, ho pensato di istituire uno sportello dedicato in stretta collaborazione con la Casa Pediatrica Fatebenefratelli”.
Cosa possono fare i ragazzi che si ritrovano vittime di bullismo e cyberbullismo?
Ecco le 10 regole raccomandate dai pediatri di WAidid per gli adolescenti e i loro genitori:
- RISPETTA – Il bullismo non è uno scherzo. Non offendere i tuoi compagni o amici. Anche se ognuno è diverso, la prima regola è il rispetto.
- COINVOLGI – Se vedi un tuo coetaneo escluso dai giochi e dalle attività che fate, coinvolgilo, anche se può sembrarti diverso.
- DIALOGA – Subire il bullismo fa stare male. Parlane con un adulto di cui ti fidi, con i tuoi genitori, con gli insegnanti, con il tuo medico. Per i genitori: osserva il comportamento di tuo figlio. Ogni cambiamento improvviso nel suo comportamento, senza un motivo ragionevole, deve destare la nostra attenzione.
- SEGNALA – Se sai che qualcuno subisce prepotenze, parlane subito con un adulto. Questo non vuol dire fare la spia, ma aiutare gli altri. Per i genitori: parla in modo rassicurante con tuo figlio di quanto è successo, sollevalo dai sentimenti di colpa e premialo per averne parlato.
- REAGISCI – Se gli atti di bullismo diventano violenti, se ti prendono in giro sui social network,dopo averne parlato con la tua famiglia e la scuola se gli episodi continuano rivolgiti ai centri specializzati o a Carabinieri e Polizia di Stato.
- NON ISOLARTI – Spesso il bullo provoca quando sei solo. Se stai vicino agli adulti e ai compagni che possono aiutarti, sarà difficile per lui avvicinarsi.
- NO ALLA VIOLENZA – Se uno o più persone compiono atti ripetuti di bullismo colpendoti, con violenza difenditi, ma non diventare violento anche tu. Per i genitori: non chiedete a vostro figlio di ‘ripagare’ il bullo con lo stesso comportamento.
- FAI BUON USO DEI SOCIAL NETWORK – Usa i social network in maniera responsabile e rispettosa per comunicare con i tuoi amici. Non ‘taggare’ i tuoi compagni senza aver avuto prima la loro autorizzazione, non parlare male di loro, non caricare video che potrebbero creare imbarazzo o vergogna.
- PENSA PRIMA DI AGIRE – Cosa succede se compio quel gesto? Se rubo la merenda? Se diffondo immagini imbarazzanti o con contenuti espliciti del mio fidanzato/a o dei miei compagni in rete? Se faccio scherzi telefonici ad un mio compagno continuamente? Prima di compiere certe azioni, pensa, rifletti e poi agisci. Certe azioni se gravi comportano delle violazioni della legge e si è perseguibili.
- SCONFIGGI IL BULLISMO!