Roma, 8 gennaio 2021 – Il modello sanitario sperimentale Lombardo non va, stop alla riforma Maroni. Ma per la Federazione Italiana Sindacale dei Medici Uniti-Fismu e l’associazione UMI (Unione Medici Italiani) non basta: è da chiudere tutta la stagione delle privatizzazioni dei servizi territoriali, a partire dalla esternalizzazione della gestione della presa in carico della cronicità. Fismu e Umi rimangono anche in attesa della decisione in aprile del Consiglio di Stato che potrebbe definitivamente mettere la parola fine a una organizzazione sanitaria strutturalmente sbagliata.
Fismu e Umi, chiaramente prendono atto con soddisfazione della valutazione dell’Agenas e dell’intervento del Ministro della Salute, Roberto Speranza, per la “bocciatura” del modello sperimentale di riorganizzazione sanitaria lombarda (di cui alla L. R. n. 23 dell’11 agosto 2015).
Il Segretario Regionale FISMU Lombardia, Francesco Falsetti, sottolinea: “Nella imminenza della verifica della sperimentazione FISMU ed UMI avevano inviato le proprie osservazioni critiche, ma costruttive, frutto della constatazione delle numerose inefficienze emerse nel corso degli anni dall’applicazione della nuova organizzazione sanitaria e già portate all’attenzione della Magistratura Amministrativa (ora in udienza ad aprile al Consiglio di Stato)”.
Tra le tante osservazioni si ricorda:
- La non conformità del modello lombardo alla normativa statale specie per gli aspetti organizzativi della medicina territoriale (Medicina Generale, Preventiva, ecc. … );
- Dicotomia organizzativa/amministrativa e nella gestione del personale medico tra ATS (Azienda di Tutela della Salute) ed ASST (Azienda Socio Sanitaria Territoriale);
- Mancata separazione tra funzioni di governo/programmazione ed erogazione delle prestazioni”.
“Tali nostre osservazioni – continua Falsetti – sono state recepite come prescrizioni correttive da parte del Ministero che unitamente ad altre raccomandazioni, frutto dell’analisi di AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), dovranno essere applicate entro 120 giorni (tempo che ci pare breve). Prescrizioni e raccomandazioni che si spera, possano recuperare efficienza e legittimità alla Sanità lombarda che ha mostrato i sui grandi limiti nell’attuale emergenza COVID19 sia nell’organizzazione territoriale sia ospedaliera”. “Si tratta principalmente – spiega – di un intervento volto al recupero della normativa statale resasi necessaria per limitare una organizzazione regionale sviluppata in termini troppo autonomistici. In particolare il documento del Ministro richiama al riallineamento al D. Lgs 502/1992 che applica alcuni principi fondamentali del S.S.N”
“Ma non basta – conclude Falsetti – il riallineamento richiesto dal Ministro, deve andare oltre, deve essere esteso anche al modello di presa in carico (PIC) dei malati cronici che ha introdotto la figura dei “gestori” con il risultato di realizzare un’anomala privatizzazione della Medicina Generale fuori da ogni norma legislativa e contrattuale. Questa è una inversione di rotta da fare urgentemente per chiudere con la stagione delle esternalizzazioni/privatizzazione dei servizi, dei diritti, della sanità pubblica”.