Dott. Roberto Nucciotti: “Tramite la tecnologia a fusione di immagini è possibile ottenere una diagnosi precocissima, una migliore applicazione della chirurgia mininvasiva robotica e una precisa valutazione dello stadio della malattia già nella fase preoperatoria”
Grosseto, 30 novembre 2020 – Si chiama biopsia prostatica fusion o da fusioni di immagine la nuova tecnica per la diagnosi del tumore alla prostata che dal mese di dicembre, sarà a disposizione dei pazienti in carico all’Urologia dell’ospedale Misericordia di Grosseto, diretta dal dott. Roberto Nucciotti.
L’introduzione della nuova tecnica diagnostica conferma che l’attenzione della Asl Toscana sud per le patologie tumorali e in generale per quelle no Covid resta alta anche in emergenza sanitaria e l’assistenza continua a essere garantita come sempre. Il valore aggiunto di questo tipo di biopsia rispetto alle tradizionali tecniche diagnostiche è l’individuazione più efficace e mirata della massa tumorale della prostata.
“Tramite la tecnologia a fusione di immagini è possibile ottenere una diagnosi precocissima, una migliore applicazione della chirurgia mininvasiva robotica e una precisa valutazione dello stadio della malattia già nella fase preoperatoria – spiega Nucciotti – Il tumore della prostata è una patologia con gestione clinica e chirurgica altamente complessa, per la quale la fiorente letteratura e la ricerca offrono già una prospettiva terapeutica molto ampia: trattandosi del tumore più frequente tra le patologie urologiche, la diagnosi precoce è fondamentale”.
Tecnicamente la biopsia fusion è una tecnologia che consente di effettuare una fusione in tempo reale tra le immagini prodotte dalla risonanza magnetica multiparametrica della prostata con quelle ottenute tramite l’ecografia transrettale. Il software, attraverso un’elaborazione dell’urologo, coadiuvato dal radiologo, elabora una mappa tridimensionale della prostata del paziente identificando con precisione i target, cioè i punti dove c’è un elevato sospetto di tumore prostatico. I prelievi effettuati durante la biopsia fusion sono mirati e meno numerosi rispetto alla metodica tradizionale, con conseguente riduzione dei possibili effetti collaterali per il paziente.
Si esegue in regime ambulatoriale ed è solitamente ben tollerata. È importante, a tal fine, la collaborazione costante e lo scambio di informazioni con la medicina territoriale, attenta a indirizzare i pazienti con sospetto clinico dallo specialista urologo in tempi brevi, per facilitare la diagnosi tempestiva e la cura più adatta.
L’Urologia di Grosseto ogni anno prende in cura circa 1200 pazienti e di questi circa il 10 % con tumore alla prostata. Fondamentale nella gestione ospedaliera di questi pazienti è la sinergia multidisciplinare in primis con l’Oncologia Medica e con gli altri professionisti del Misericordia che intervengono nel percorso oncologico tra cui radiologi, chirurghi, anatomo-patologi, ecc.