Milano, 4 settembre 2019 – Una malformazione rara che colpisce un bimbo ogni 4mila. E una squadra di esperti ancora più rara, perché unica in Italia, in grado di correggere questa malformazione con un intervento ideato apposta e capace di ridare a questi bimbi una qualità di una vita pressoché normale.
Sono i due ingredienti fondamentali per una storia a lieto fine che ha come protagonisti il piccolo Alessandro, che oggi ha ancora poche settimane di vita, e gli specialisti del Policlinico di Milano.
“Un intervento delicatissimo – racconta Ernesto Leva, direttore della Chirurgia Pediatrica – ideato proprio da noi e che ad oggi può essere eseguito solo nel nostro Ospedale, proprio per le competenze necessarie ad eseguirlo”.
Alessandro è nato nella notte del 13 agosto: ma la gioia del suo arrivo viene subito interrotta, perché il piccolo ha una grave malformazione che ha fuso insieme parti dell’intestino con le vie urinarie. Un problema che non è purtroppo diagnosticabile con le ecografie di controllo durante la gravidanza, e anche per questo è ancora più inaspettato.
Per fortuna Alessandro è nato nell’Ospedale giusto: di norma questa malformazione richiede tre lunghi e laboriosi interventi ricostruttivi, ma proprio al Policlinico lo stesso dottor Leva ha ideato una tecnica innovativa, capace di gestire il caso con un unico intervento chirurgico, e con un impatto minore sul decorso post-operazione.
L’intervento viene quindi programmato immediatamente: “Era Ferragosto – aggiunge Leva – ma al Policlinico non esistono giorni diversi dagli altri: siamo sempre al servizio dei bambini, con eccellenze sempre pronte”.
La patologia di Alessandro è tecnicamente definita ‘malformazione ano-rettale’, una malattia rara per cui il Policlinico è Centro di riferimento nazionale, dove viene gestita una delle più alte casistiche a livello mondiale. Questa patologia non è ereditaria, e ad oggi non se ne conoscono completamente le cause.
Lo speciale intervento unico, ideato in Policlinico, “è in grado di ricostruire l’anatomia della zona separando la via intestinale e la via urinaria, ripristinandone le funzionalità. È una tecnica – prosegue Leva – che ha bisogno di un grande affiatamento tra chirurghi e anestesisti, oltre alla preparazione del paziente prima dell’intervento da parte dei neonatologi. In più, data la rarità della malformazione e la complessità dell’operazione, questa tecnica è possibile realizzarla solo con un team dedicato e di grande esperienza che comprende chirurghi pediatrici, neonatologi, anestesisti e personale infermieristico altamente specializzato”.
“Vicende come queste rendono ben chiara la qualità di una struttura che può dedicarsi alla salute del bambino a 360 gradi – commenta Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano – Essendo questa una patologia che non è possibile diagnosticare durante la gravidanza, è stato necessario uno sforzo organizzativo ancora più intenso e non pianificabile per tempo. Ma la nostra forza è proprio questa: una grande competenza nell’ambito delle malattie rare in genere, e un’altissima specializzazione che possiamo mettere in campo con tutto il percorso di assistenza e cura dedicato ai bambini, che parte già prima del concepimento e li accompagna finché non diventeranno adulti. È avvenuto durante Ferragosto, ma in realtà si è svolto tutto come sempre: nel nostro Ospedale ci sono 365 giorni speciali all’anno”.
Le malformazioni ano-rettali sono malattie rare che colpiscono in media un nuovo nato ogni 4mila. In Policlinico vengono operati circa 15 nuovi casi all’anno che provengono da tutta Italia, e sono tante le consulenze che vengono richieste anche dall’estero: l’Ospedale è infatti parte di un’apposita Rete Europea di diagnosi e cura (ERN) proprio per le condizioni urogenitali rare e complesse, e rappresenta un punto di riferimento scientifico ai massimi livelli europei.
Ad oggi è stato possibile intervenire su oltre 300 bambini (di questi, sono già una decina quelli operati con la nuova tecnica), mentre sono circa 500 i piccoli seguiti costantemente dagli ambulatori dedicati del Policlinico. Qui, dopo l’operazione i bimbi possono essere seguiti fino all’età adulta con controlli periodici, per garantire loro la piena continenza e una vita normale. La storia di Alessandro è proprio una di queste.