Benevento, sanità in crisi. Cavalluzzo: “Il declino dell’AO Rummo corre di pari passo con quello della città“

La nota del dott. Egidio Cavalluzzo, Anestesista e Responsabile del servizio di Ossigeno Terapia – Camera Iperbarica dell’Azienda Ospedaliera “G. Rummo” di Benevento

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Benevento, 3 aprile 2019 – In questi giorni stiamo assistendo a un attacco concentrico da parte di tutte le forze politiche, in primis della senatrice di Forza Italia Sandra Lonardo, alla dirigenza dell’ospedale Rummo. Si vede che si stanno avvicinando le elezioni europee, e si è in cerca di visibilità, di posizionamento. Il problema è che si continua a fare depistaggio, ci vogliono fare vedere il dito non la luna.

Le criticità della sanità beneventana, non solo quella ospedaliera ma anche quelle territoriali, vengono da lontano per le responsabilità sono di tutti. Chi è maggioranza oggi, era opposizione ieri e viceversa. La senatrice Lonardo, infatti, si lamenta della mancata nomina del primario di neurochirurgia, ma dimentica che al Rummo mancano primari in moltissimi reparti da molti anni. Quelli presenti oggi si possono contare con le dita di una mano. Questa mancanza viene da lontano. C’era anche quando lei era presidente del consiglio regionale. Cosa ha fatto?

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Dott. Egidio Cavalluzzo

Ma non mancano solo i primari, mancano i medici in generale, gli infermieri, gli amministrativi. Gli OOSS sono assunti da oltre venti anni tramite una agenzia interinale.

Il declino del “Rummo” corre pari pari con quello della città di Benevento. Una città non attraente, agonizzante. Il suo stato si riflette sul resto , anche sull’ospedale. È finito il tempo quando l’ospedale faceva da volano, attraeva professionisti. Questi venivano a Benevento perché vedevano un ospedale proiettato verso il futuro in una città che lo accompagnava e sosteneva in questo cammino.

Oggi tutto ciò non c’è più. È su questo che la classe politica, la classe dirigente si dovrebbe interrogare. Non lo fa, non può farlo. Dovrebbe mettere in discussione il suo ruolo, la sua funzione.

Il D.G. Pizzuti ha le sue responsabilità, nessuno le vuole negare, ma non credo che la sua semplice rimozione (in questi giorni è in atto una raccolta di firme per rimuoverlo) risolva il problema. C’è bisogno di una idea, di un progetto. Capire perché l’ospedale di Cerreto fu chiuso mentre continuano a crescere tre strutture convenzionate.

Intanto i medici cominciano a scarseggiare, specie nel settore pubblico. Cosa che non avviene nel privato-convenzionato. I medici che vanno in pensione o che si licenziano dal pubblico vanno a lavorare nel convenzionato. Bisogna rivedere questa norma così come quella che regola l’accesso all’università di Medicina. Ha ancora un senso il numero chiuso a Medicina? Va rivista la tipologia delle specializzazioni.

La senatrice Lonardo si potrebbe fare portatrice di un disegno di legge per modificare l’accesso a Medicina. Una classe politica è classe dirigente quando è capace di programmare il futuro, non quando segue acriticamente i sondaggi.

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