Domani, 25 marzo, la conclusione del percorso di formazione con la presidente Enoc e mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. 600 volontari in corsia, la maggioranza donne. Oltre 100 associazioni accreditate
Roma, 24 marzo 2017 – Un decalogo per il volontariato in Ospedale. Una guida in dieci punti per orientare il servizio dei volontari a sostegno di bambini e famiglie ricoverati al Bambino Gesù. Ad elaborarla sono stati gli stessi volontari, impegnati in un lungo percorso di formazione che si concluderà domani, sabato 25 marzo, alla presenza della presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, e del presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Vincenzo Paglia (Ore 9.00, Auditorium San Paolo, Viale F. Baldelli 38, Roma).
Al primo posto del decalogo, il valore del servizio come “dono”. Quindi il rispetto delle misure di “sicurezza” per la salute dei pazienti. La responsabilità di offrire il proprio contributo in condizione di “benessere”. La consapevolezza delle “emozioni” proprie e altrui. La capacità di relazionarsi con le diverse “età” dei pazienti. Il dovere di una “comunicazione” responsabile che parta dall’“ascolto”. Il supporto agli operatori sanitari nella “cura” del paziente. La considerazione della “realtà sociale” della famiglia e degli aspetti multiculturali. Infine, l’impegno ad aggiornare continuamente le proprie “competenze” per offrire un servizio quanto più efficace.
“Il volontariato è parte integrante della vita ospedaliera, una risorsa insostituibile – sottolinea Francesca Rebecchini, membro del Consiglio di Amministrazione del Bambino Gesù – Il funzionamento di una realtà complessa come quella del Bambino Gesù non può prescindere dall’attività organizzata dei tanti volontari che ogni giorno, insieme a medici e infermieri, lavorano per rendere l’ospedale un posto sempre più accogliente e sicuro”.
Sono 600 circa i volontari attivi nelle 4 sedi dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (Gianicolo, San Paolo, Palidoro e Santa Marinella). Oltre 100 le associazioni accreditate: impegnate in corsia, nelle attività ludiche, nella gestione delle case di accoglienza, nel supporto alle famiglie sul territorio.
Al percorso di formazione, partito lo scorso ottobre, hanno partecipato 237 persone: 134 volontari già attivi in ospedale per l’aggiornamento delle proprie competenze e 103 nuovi aspiranti. Per questi ultimi è previsto un tirocinio formativo in ospedale di circa 60 ore, al termine del quale verrà valutata l’idoneità al servizio.
I volontari del Bambino Gesù sono in maggioranza donne – studentesse, casalinghe, impiegate, pensionate – ma non mancano uomini che donano il proprio tempo con altrettanta dedizione. Presenti in quasi tutti i reparti, si dedicano all’assistenza dei bambini in caso di analisi e terapie e nei momenti di attività ludica. Aiutano le famiglie nelle pratiche amministrative necessarie per il ricovero, mostrano loro come muoversi agevolmente in ospedale, sono presenti accanto ai genitori in attesa della fine dell’intervento del proprio figlio. Si occupano della logistica nelle case di accoglienza e organizzano gli spostamenti in pulmino da e per l’ospedale. L’obiettivo è rendere la presenza di famiglie e bambini in reparto meno traumatica; supportare medici e infermieri nei processi di interazione; alleviare la sofferenza e l’isolamento dei pazienti attraverso una presenza attenta e amica.
Per diventare volontario del Bambino Gesù è possibile chiedere informazioni e inviare la propria candidatura al seguente indirizzo mail: volontariato@opbg.net
Il decalogo del volontariato al Bambino Gesù
- Il dono. La missione del volontario è quella di essere “dono” agendo con spirito di servizio per costruire una relazione con il prossimo.
- La sicurezza. È dovere del volontario conoscere e rispettare gli standard di sicurezza e le misure di prevenzione.
- Il benessere. È responsabilità del volontario, verso se stesso e i pazienti, offrire il proprio contributo in condizione di benessere.
- Le emozioni. Il volontario deve riconoscere con empatia e consapevolezza le emozioni proprie e dell’altro.
- Le età. Il volontario deve relazionarsi ai bambini o ai ragazzi con gli strumenti adatti in base all’età e alla condizione.
- La comunicazione. È dovere del volontario comunicare responsabilmente con tutti soggetti coinvolti nel processo assistenziale, senza esclusione o pregiudizi.
- L’ascolto. Il volontario deve saper ascoltare con umiltà e nel rispetto dell’altro, consapevole della situazione di difficoltà, anche con il sorriso.
- La cura. Il volontario è colui che supporta attivamente – con responsabilità e per quanto di competenza – gli operatori sanitari nella cura del paziente e della sua famiglia.
- La realtà sociale. Il volontario deve tenere conto della realtà sociale e degli aspetti multiculturali del contesto in cui agisce.
- Le competenze. Il volontario ha il dovere di aggiornare continuamente le proprie competenze per garantire un servizio quanto più efficace.
fonte: ufficio stampa