Roma 18 aprile 2024 – Le profonde differenze tra Nord e Sud in materia di salute mettono a rischio la coesione sociale del Paese. E il disegno di legge sull’Autonomia Differenziata all’esame del Parlamento, invece di colmare questo divario, rischia di ampliarlo ulteriormente, dividendo l’Italia in due: una a Nord, con sanità e cittadini di “serie A”, e una a Sud, con sanità e cittadini di “serie B”.
I numeri parlano da soli:
- Aspettativa di vita: al Sud è minore di ben 20 anni rispetto al Nord.
- Mortalità evitabile: i tassi al Sud sono quasi il doppio rispetto al Nord.
- Speranza di vita in buona salute: la differenza tra Nord e Sud è di ben 20 anni.
- Mortalità infantile: al Sud è doppia rispetto al Nord.
- Mortalità materna al parto: anche in questo caso, il Sud registra valori nettamente più alti.
Un divario che si estende anche ai servizi sociali:
- Spesa per abitante: a Bolzano si spendono 583 euro, mentre a Messina solo 53 euro.
- Finanziamento sanitario: le Regioni del Sud, mediamente più giovani, ricevono una quota capitaria inferiore del 2,6% (-45,5 euro) rispetto a quelle del Nord e del Centro, a causa di un’iniqua ripartizione del Fondo sanitario nazionale.
“Rischiamo la disgregazione sociale” è l’allarme di Pierino di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed, perché con la riforma Calderoli verrebbe meno uno dei due pilastri del welfare state, ovvero il diritto alla salute per tutti gli individui sancito dalla nostra Costituzione.
“Qualora venisse introdotta, i Lea – spiega Di Silverio – non sarebbero più in capo al ministero della Salute, ma rientrerebbero nelle competenze delle Regioni. In poche parole questo significa che ogni Regione potrebbe decidere quali prestazioni erogare gratuitamente e quali no. Si potrebbe arrivare al paradosso per cui una determinata visita potrebbe essere gratuita in Lombardia e a pagamento in Calabria”.
L’Autonomia Differenziata, sottolinea Di Silverio, è “contro il diritto alla salute. Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco, che relega i livelli essenziali delle prestazioni a futura memoria e lega un diritto, che l’art. 32 della Costituzione vuole unico e indivisibile, a reddito e residenza, secondo un neonato “ius domicilii”. Alimentando, peraltro, quelle diseguaglianze negli esiti di salute tra territori dello stesso Paese che Premier e Ministro della Salute dichiarano di volere abbattere”.
È necessario un piano straordinario che punti a:
- Riduzione delle diseguaglianze: investire risorse per garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro residenza, l’accesso a servizi sanitari di qualità.
- Potenziamento del sistema sanitario del Sud: investire in infrastrutture, tecnologie e personale per rafforzare le strutture sanitarie del Mezzogiorno.
- Equa ripartizione delle risorse: rivedere il meccanismo di ripartizione del Fondo sanitario nazionale per garantire una maggiore equità tra le diverse Regioni.
“Quella di domani a Bologna sarà la prima di una serie di manifestazioni che abbiamo in programma in altre città per ribadire con forza che tutti i cittadini hanno diritto a ricevere le cure di cui hanno bisogno nel rispetto del dettato Costituzionale. Ogni tentativo che vada in senso contrario – conclude Di Silverio – incontrerà la nostra convinta opposizione perché non intendiamo assistere da spettatori immobili alla frantumazione di ciò che resta del nostro prezioso SSN”.
Di questi temi si parlerà nel corso del convegno che si terrà il 19 aprile a Bologna, allo Zanhotel Europa di Via Boldrini 11 alle ore 14.30. All’evento parteciperanno i Presidenti di Regione Stefano Bonaccini, Vincenzo De Luca, Giovanni Toti. Oltre a Francesco Porcelli, Professore Associato di Economia Politica, Francesco Pallante, Professore ordinario di Diritto costituzionale, Anna Lisa Mandorino, Segretaria Generale di Cittadinanzattiva, Giovanni Migliore, Presidente Fiaso, Enrico Coscioni, Presidente Agenas, e Gianluigi Trianni, Medicina Democratica Emilia Romagna.