Autismo, intercettare i segni precoci per cambiare il futuro

Ogni anno sono circa 900 i nuovi pazienti seguiti alla Stella Maris, con circa 20 nuove diagnosi di autismo a settimana: avviati due progetti nazionali per seguire fin dai primi mesi di vita, anche a distanza, le famiglie di piccoli a rischio. Il 6 giugno all’Auditorium della Fondazione Stella Maris esperti nazionali e internazionali a confronto su un tema attualissimo

Pisa, 1 aprile 2025 – Sono circa 900 i bambini che ogni anno ricevono una diagnosi di disturbo dello spettro autistico presso l’IRCCS Fondazione Stella Maris di Pisa, con una media di 20 a settimana. Alla vigilia della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, gli specialisti dell’IRCCS del Calambrone fanno il punto e annunciano un convegno nazionale che si terrà nell’Auditorium della Fondazione il 6 giugno, dal titolo “Prevenire l’autismo? Prospettive di intervento preventivo nei bambini a rischio o con primi segni di autismo”.

Prevenire si può?

La possibilità di intercettare precocemente i segni di rischio per questo disturbo del neurosviluppo e mettere in atto interventi abilitativi precoci è tra i temi al centro del dibattito scientifico attuale sull’autismo: “Siamo al lavoro, primi in Italia, su due progetti, FIRRST (Progetto Finanziato dal PNRR, che si svolge in collaborazione con l’Università e il CNR di Messina e con l’IIT di Rovereto) e PROTECT-A (Finanziato da Fondazione Italiana Autismo), dedicati proprio al riconoscimento dei segni precoci e alla loro presa in carico, sia in bambini provenienti dalla popolazione generale, sia in specifici gruppi di bambini considerati a rischio per disturbo dello spettro autistico” spiega la professoressa Sara Calderoni, neuropsichiatra infantile della Stella Maris, esperta dei Disturbi dello Spettro Autistico in età evolutiva.

Le popolazioni a rischio

“Oggi infatti è possibile identificare popolazioni a rischio – spiega la dott.ssa Raffaella Tancredi, responsabile dell’Unità operativa di Psichiatria dello Sviluppo della Stella Maris – Si tratta di bambini prematuri, o di bambini che hanno un fratello o sorella maggiore con autismo, o che mostrano difficoltà socio-comunicative che possono far pensare a un disturbo dello spettro autistico: complessivamente la letteratura ci dice che hanno un rischio del 20-30% di sviluppare autismo”.

Di qui, l’obiettivo di condurre studi con questo target: “Il fine è proprio quello di intercettare i segni precoci e prenderli in carico, già dalla fascia 9-15 mesi, per attivare una promozione dello sviluppo, con coinvolgimento delle famiglie, che possa avere ripercussioni positive sulla plasticità cerebrale, che sappiamo essere massima a questa età – continua il prof. Andrea Guzzetta, responsabile del Dipartimento di Neuroscienze dell’Età Evolutiva della Stella Maris – La ricerca degli ultimi anni mostra infatti come i primi segni di autismo emergano spesso già nel primo anno di vita e che i bambini che iniziano l’intervento nei primi due anni presentano in media traiettorie evolutive migliori, rispetto a quelli che lo iniziano successivamente”, aggiunge il professore.

Il ruolo dei genitori nell’intervento precoce

Il ruolo dei genitori è fondamentale: nell’ambito di questi due progetti, attraverso un programma messo a punto dalla dottoressa Costanza Colombi, psicologa ricercatrice presso l’IRCCS Stella Maris, esperta del metodo ESDM (Early Start Denver Model), riconosciuto a livello internazionale nell’ambito dell’autismo, fruibile anche a distanza, i genitori, attraverso sessioni di ‘gioco’ supervisionate da clinici esperti, vengono guidati nella stimolazione appropriata delle competenze socio-comunicative dei bambini, per promuovere le potenzialità di un neurosviluppo armonico.

“Il coinvolgimento attivo del genitore preoccupato, permette di sintonizzarlo al meglio sul funzionamento più o meno tipico del proprio figlio e migliorare il senso di efficacia relazionale con ricaduta positiva sul benessere dell’intero nucleo familiare, in questa fase delicata”, spiega la dott.ssa Eugenia Conti, neuropsichiatra della Stella Maris, ricercatrice presso l’Università di Pisa, esperta in diagnosi precoce disturbi del neurosviluppo.

Il convegno

Di questi, e di molti altri temi come lo studio delle popolazioni a rischio, i progetti in essere per l’intervento precoce e le sfide e gli ostacoli che incontrano, si parlerà il 6 giugno insieme ai massimi esperti sia nazionali che internazionali. Il comitato scientifico dell’evento è composto dal prof. Andrea Guzzetta, dalla dott.ssa Costanza Colombi, dalla prof.ssa Sara Calderoni e dalla dott.ssa Eugenia Conti.

Il congresso si svolge proprio nell’ambito del progetto FIRRST (Fostering Infant Responsivity And Reciprocity – Support To Thrive. A Multisite Randomized Control Trial Of A Preemptive Telehealth Intervention For Infants With Early Signs Of Autism Spectrum Disorder) e del progetto PROTECT-A (PRe-emptive Online Therapy for Early Care of Toddlers at risk for Autism spectrum disorder – Finanziato da FIA – Fondazione Italiana Autismo). Appuntamento venerdì 6 giugno, alle ore 11.00, presso l’Auditorium della Fondazione Stella Maris (Viale del Tirreno 341, Calambrone).

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