Roma, 6 novembre 2019 – Il giusto equilibrio tra know-how multidisciplinari (neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza, psicologi clinici e di sviluppo, ingegneri biomedici), competenze avanzate su welfare di comunità, radicamento sociale e capacità di attivazione della comunità educante (scuola, famiglia, spazi sociali), permetterà di ideare, sperimentare, validare e diffondere nuove metodologie sistemiche, con il supporto di tecnologie ICT, per individuare precocemente l’insorgenza del disturbo dello spettro autistico in contesti di povertà educativa, ampliare il repertorio di competenze socio-emotive dei bambini, di un’età compresa tra i due e tredici anni, e facilitarne l’inclusione socio-educativa in modo da soddisfare bisogni psico-socio-educativi, espressi non solo dalla persona, ma anche dal suo nucleo familiare, dal gruppo classe e dai microcontesti comunitari di riferimento.
“Ri-connettersi” si propone di sperimentare, valutare, validare e diffondere su scala internazionale un modello educativo e di cura sistemico per la promozione del benessere di bambini con disturbi dello spettro autistico e delle famiglie che farà anche uso di tecnologie prototipali.
Due sono gli obiettivi principali fra loro sistemici: sensibilizzare e formare la comunità educante a livello familiare, sociale e scolastico; sperimentare un modello innovativo di trattamento, scientificamente rigoroso e aumentato dall’uso di tecnologie capace di rispondere ai bisogni dei bambini e delle famiglie con autismo e al contempo di essere efficace in contesti di povertà educativa. Il progetto sviluppa una “filiera” di interventi, finalizzati ad ampliare progressivamente il coinvolgimento della comunità educante.
Una sala immersiva costituirà un primo ambiente sensibile abilitante e protetto; la scuola sarà resa progressivamente più inclusiva da azioni formative e peer tutoring; un “social club” espanderà la rete sociale dei bambini con disturbi dello spettro autistico e delle loro famiglie al mondo dei dipendenti e dei volontari del Distretto Sociale Evoluto. Parallelamente le azioni di sostegno alla famiglia attraverso il parent coaching costituiscono una misura trasversale capace di massimizzare la fecondità e la generatività della “filiera”, centrata su meccanismi circolari virtuosi di sensibilizzazione e di cura.
Il progetto, che si svilupperà in quattro anni, si presenta come una importante opportunità rivolta al Sud Italia, e nello specifico alla città di Messina, che si mostra ancora impreparata nella proposta di adeguati interventi abilitativi, sistemici e individualizzati, che puntano al profilo funzionale e agli specifici bisogni del minore e della famiglia.
Lo scopo principale del progetto “Ri-connettersi”, infatti, è quello di validare l’efficacia del metodo per il contrasto della fragilità educativa, emotiva e sociale, correlando, attraverso lo studio dei casi, fattori di rischio, fenotipi clinici, outcome per codificare e diffondere protocolli educativi innovativi che, alla fine della sperimentazione, saranno proposti all’intera comunità.
Al fine di garantire la continuità e l’unitarietà dei percorsi, il ‘metodo’ adotterà una modalità di funzionamento tale da consentire il coordinamento, all’interno di una ‘filiera’ di servizi e spazi comuni, sempre sul territorio di Messina, capace di sperimentare una risposta al bisogno globale della persona incentrata sul soggetto e sui suoi bisogni.
La sala immersivo-interattiva permetterà ai bambini con disturbi dello spettro autistico di confrontarsi con ambienti virtuali, protetti, predeterminati, controllabili, parzialmente predittibili, emotivamente caldi e in grado di simulare uno scorrimento fluido e credibile del tempo e dello spazio. Consentendo una relazione tra bambino con disturbi dello spettro autistico, ambiente virtuale appositamente progettato e operatori, permetterà di sperimentare percorsi graduali, personalizzati, abilitanti, educativi e di effettuare rilevazioni concrete in base a target specifici e confrontabili.
Gli impatti sociali attesi di tale progetto sono molteplici. Ci si aspetta un miglioramento dei processi di presa in carico del bambino con disturbi dello spettro autistico e del nucleo familiare; un miglioramento statisticamente significativo delle competenze emotivo – cognitivo -relazionali sviluppate nel campione di bambini beneficiari dell’intervento sperimentale (confrontato con Campione di controllo con altro intervento standard), lo sviluppo di competenze educative diffuse a livello di sistema scolastico, operatori socio sanitari e gruppi di famiglie con bambini con disturbi dello spettro autisticosui temi dell’autismo, sulle modalità di riconoscimento di alcuni indicatori di rischio e sulle modalità evidence-based di gestione del bambino con tale sindrome; la diffusione delle ICT nei contesti di apprendimento e il confronto, a livello nazionale, su nuove pratiche di presa in carico con modelli evidence-based integrate alle nuove tecnologie in contesti riabilitativi e di apprendimento.