Dallo studio della Washington University preziose informazioni per lo sviluppo di strategie preventive personalizzate
Roma, 10 aprile 2024 – “Questo studio fornisce spunti interessanti che possono essere collegati all’attività di ricerca e ai pilastri della longevity. In primis, appare evidente la rilevanza dell’età biologica rispetto a quella anagrafica nel determinare il rischio di sviluppare alcune patologie, in questo caso il cancro. Questo concetto è cruciale nell’ambito della ricerca sulla longevity perché sottolinea come fattori quali lo stile di vita, lo stress e persino l’epigenetica possano influenzare il processo di invecchiamento e, di conseguenza, la predisposizione a determinate malattie”. Così Ennio Tasciotti, Direttore Human Longevity Programn dell’IRCCS San Raffaele di Roma e ordinario di Tecnologie avanzate per il benessere e l’invecchiamento presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, in merito allo studio presentato negli scorsi giorni alla conferenza annuale dell’American Association of CancerResearch a San Diego dalla Washington University di St Louis che ha associato l’invecchiamento biologico accelerato a un aumento del rischio di cancro analizzando l’età biologica di 150mila persone di età compresa tra 37 e 54 anni.
“L’identificazione di biomarcatori associati all’invecchiamento accelerato, come menzionato nell’articolo – puntualizza lo scienziato – potrebbe fornire preziose informazioni per sviluppare strategie preventive personalizzate, un concetto in linea con l’approccio a una medicina personalizzata, che personalmente sostengo come uno dei pilastri della ricerca sulla longevity. Potrebbe infatti consentire una valutazione più accurata del rischio individuale di sviluppare malattie legate all’invecchiamento, consentendo interventi preventivi mirati”.
“Sì dunque a uno stile di vita sano, come dieta equilibrata, attività fisica regolare e sonno adeguato, per ridurre il rischio di malattie croniche; questo approccio richiama un concetto olistico di salute, fondamentale nell’affrontare l’invecchiamento; ritengo infatti importante adottare abitudini di vita salutari per favorire il benessere fisico e mentale a lungo termine integrando interventi preventivi personalizzati che considerino sia i fattori genetici che quelli ambientali, al fine di promuovere una migliore qualità della vita per tutti”, conclude il prof. Tasciotti.