Roma, 16 novembre 2021 – Con la stagione influenzale alle porte alcune categorie di pazienti a rischio per patologie croniche, come gli asmatici e le persone affette da broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO), rischiano maggiori complicazioni delle loro condizioni di salute e un peggioramento della loro malattia.
Secondo la Global Initiative for Asthma (GINA) le persone con asma sono oltre 300 milioni nel mondo, destinate a crescere a 400 milioni entro il 2025. L’asma è una malattia infiammatoria cronica comune e potenzialmente grave con importanti ricadute economiche sui pazienti, sulle loro famiglie e sulla società. Causa sintomi respiratori, limitazione dell’attività e attacchi acuti che possono richiedere cure sanitarie urgenti e, a volte, anche essere fatali.
“Per queste persone – ricorda Giorgio Walter Canonica, Direttore Centro Medicina Personalizzata: Asma e Allergologia dell’Istituto Clinico Humanitas – occorrono terapie efficaci e innovative. Tra le nuove opzioni terapeutiche, la tripla terapia in combinazione fissa che prevede l’uso di corticosteroidi inalatori (ICS), beta2-agonisti a lunga durata d’azione (LABA) e antagonisti muscarinici a lunga durata d’azione (LAMA), è già stata approvata da alcuni anni per il trattamento della BPCO. Nei pazienti con asma non controllato la tripla terapia potrebbe garantire una riduzione delle riacutizzazioni e un miglioramento della funzionalità polmonare rispetto alla combinazione ICS/LABA. Rappresenterebbe, inoltre una opzione terapeutica che consentirebbe una facile ottimizzazione del trattamento prima di considerare l’introduzione di una più costosa e impegnativa terapia biologica”.
Secondo le più recenti indagini, le persone con asma non controllato presentano uno scarso controllo dei sintomi e/o frequenti riacutizzazioni che possono richiedere la somministrazione di corticosteroidi orali o perfino l’ospedalizzazione. Purtroppo circa il 50% dei pazienti con Asma Grave risulta a tutt’oggi non controllato, in parte per carenza di aderenza alla terapia, che deve essere facilitata, ad esempio con l’uso di un singolo inalatore.
Grazie alle triple terapie in un unico inalatore, recentemente autorizzate dall’Agenzia Europe per i medicinali (EMA) per il trattamento dell’asma è possibile controllare le riacutizzazioni, migliorare la funzionalità polmonare e semplificare il trattamento della malattia.
“Ad oggi – sottolinea il prof. Alberto Papi, Direttore Clinica Pneumologica Ospedale Universitario di Ferrara – non esiste al momento una cura definitiva per l’asma, ma anche sulla base di importanti e recenti evidenze scientifiche è possibile approntare strategie inalatorie o immunologiche innovative nell’asma grave”.
Fondamentale anche per una malattia come l’asma è il supporto delle associazioni dei pazienti e la rete che sono in grado di creare a supporto dei malati e delle loro famiglie, oltre che per il ruolo di stimolo alle Istituzioni e di supporto alla comunità scientifica.
Alessandra Peres, Vice Presidente di FederAsma e Allergie Odv, ricorda che “i nostri stakeholders sono molteplici: da un lato le istituzioni e la comunità scientifica con le quali siamo costantemente in contatto per pervenire alla definizione e concreta attuazione di politiche di sostegno alle persone affette da asma e allergie. Dall’altro, il cuore del nostro impegno, i pazienti adulti e piccini, per i quali promuoviamo incontri di formazione ed informazione e che sosteniamo per aiutarli a giungere ad un buon controllo ed una buona gestione della malattia. Ben vengano dunque – conclude Peres – tutte le nuove opzioni terapeutiche approvate o in via di approvazione, utili a semplificare i trattamenti e migliorare l’aderenza alle terapie, purché i pazienti siano ben informati e seguiti dai medici. Perché dietro ogni terapia, oltre alla malattia, c’è una storia”.
Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale sottolinea che “l’asma è un problema mondiale ed un consistente onere sociale ed economico per i sistemi sanitari. Grazie alle prospettive di salute introdotte dalle nuove terapie, il medico di medicina generale accrescerà ulteriormente il proprio impegno assistenziale anche nella gestione dei pazienti con asma grave, che può identificare e trattare con competenza e tempestività, mantenendo un ruolo cardine nella gestione integrata del paziente coni centri specialistici di riferimento”.