Asma in età pediatrica, IA per una gestione precoce e personalizzata
Milano, 7 aprile 2025 – L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando la medicina, aprendo scenari inediti nella gestione delle malattie croniche pediatriche, tra cui l’asma, che colpisce milioni di bambini in tutto il mondo. Questa tecnologia, sempre più presente nella pratica clinica, promette di migliorare la diagnosi precoce, personalizzare i trattamenti e prevenire le riacutizzazioni della patologia.
“L’asma è una delle principali cause di ospedalizzazione in età pediatrica, con un impatto significativo sulla qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie. L’adozione dell’IA ci permette di fare un passo avanti nella gestione di questa malattia, consentendo interventi più precisi e tempestivi”, spiega il prof. Michele Miraglia del Giudice, Presidente SIAIP.
IA e monitoraggio domiciliare: prevedere le crisi prima che avvenganp
Una delle applicazioni più promettenti dell’IA riguarda il monitoraggio domiciliare delle esacerbazioni asmatiche. Secondo uno studio pubblicato su Annals of Family Medicine, l’impiego di stetoscopi digitali basati su IA ha permesso di rilevare precocemente anomalie respiratorie nei bambini, riducendo il rischio di ricovero grazie a un intervento tempestivo. L’IA è anche in grado di analizzare grandi quantità di dati – da quelli clinici a quelli ambientali – identificando i fattori di rischio individuali per ogni paziente.
Uno studio condotto dalla Cleveland Clinic ha dimostrato che i modelli di machine learning possono prevedere le riacutizzazioni con un’accuratezza superiore rispetto ai metodi tradizionali, consentendo ai medici di intervenire prima che i sintomi peggiorino.
“Siamo di fronte a una vera rivoluzione tecnologica – commenta il prof. Gian Luigi Marseglia, Past President della SIAIP – che permetterà di ridurre il numero di accessi al pronto soccorso e migliorare il controllo dell’asma nei bambini, grazie a sistemi di allerta precoce basati sull’intelligenza artificiale”.
Applicazioni cliniche: dal telemonitoraggio alla diagnosi neonatale
I sistemi di IA trovano applicazione concreta nel telemonitoraggio pediatrico, attraverso piattaforme digitali che rilevano variazioni nei sintomi, nell’uso degli inalatori e nella qualità del sonno, trasmettendo i dati in tempo reale ai medici. Secondo una revisione pubblicata su Pediatric Pulmonology, oltre 40 sistemi digitali integrano già queste tecnologie, migliorando l’aderenza terapeutica e la gestione della malattia. Un altro ambito di sviluppo riguarda la diagnosi neonatale. Al Congresso 2024 della European Respiratory Society, uno studio ha evidenziato come le reti neurali artificiali possano identificare precocemente segni di distress respiratorio nei neonati pretermine, con un’accuratezza superiore a quella dei medici in formazione.
IA e transizione dall’età pediatrica all’età adulta
L’IA rappresenta anche uno strumento innovativo per facilitare la transizione dall’infanzia all’età adulta nei pazienti con asma e allergie. Uno studio pubblicato su Frontiers in Medicine sottolinea come algoritmi avanzati possano supportare il passaggio dalla gestione pediatrica a quella dell’adulto, garantendo una continuità terapeutica più efficace.
“La transizione è una fase cruciale, spesso caratterizzata da una riduzione dell’aderenza terapeutica e da una maggiore vulnerabilità del paziente – spiega il prof. Michele Miraglia del Giudice – L’IA può fornire strumenti utili per il monitoraggio personalizzato, supportando sia i pazienti che i loro medici”.
Chatbot in allergologia: una realtà in evoluzione
Un’ulteriore area di sviluppo dell’IA in allergologia e immunologia riguarda l’uso dei chatbot, assistenti virtuali progettati per supportare medici e pazienti nella gestione delle malattie allergiche e respiratorie. Secondo una recente analisi, esistono già diversi chatbot disponibili per l’asma e le allergie, ognuno con specifici punti di forza e carenze. Attualmente, non esiste un modello unico e universalmente accettato: alcune soluzioni offrono un eccellente supporto educativo ai pazienti, mentre altre si concentrano sul monitoraggio dei sintomi o sulla personalizzazione del trattamento.
I limiti dell’IA: la necessità di un approccio graduale
Nonostante i progressi, l’integrazione dell’IA nella pratica clinica pone ancora alcune sfide. “L’IA deve essere vista come un supporto al medico, non come un sostituto del giudizio clinico”, sottolinea il Prof. Michele Miraglia del Giudice. Tra le criticità vi sono la necessità di una regolamentazione chiara sulla gestione dei dati sanitari, il coinvolgimento attivo dei pazienti e delle famiglie e la formazione specifica dei professionisti sanitari.
Il futuro: integrazione tra IA e medicina personalizzata
Guardando al futuro, l’IA promette di rendere la gestione dell’asma sempre più personalizzata, adattando le terapie alle specifiche esigenze di ogni paziente e prevedendo con precisione il rischio di riacutizzazioni. “Investire nella ricerca sull’IA applicata alla medicina è essenziale per garantire un futuro in cui le malattie respiratorie pediatriche siano sempre meglio controllate e curate – conclude il prof. Gian Luigi Marseglia – La tecnologia ci offre strumenti straordinari, ma sarà sempre il medico, con la sua esperienza, a guidarne l’uso per il bene dei pazienti”.