Artrosi del ginocchio: cellule del naso per rigenerare la cartilagine articolare

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Al via lo studio dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi per testare l’impiego dei condrociti nasali in ortopedia. Trattandosi di uno studio clinico, per candidarsi è necessario non soffrire di alcune patologie, come le malattie del collagene o malattie autoimmuni, epatiti o altre particolari patologie infettive

artrosi-ginocchioMilano, 1 febbraio 2017 – I condrociti nasali sono cellule cartilaginee molto efficienti nella rigenerazione della cartilagine articolare e per questa ragione sono oggetto di uno studio promosso dall’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano in partnership con importanti strutture ospedaliero-universitarie di Basilea, Friburgo e Zagabria, che mira a testarne il potenziale nella riparazione delle cartilagini articolari del ginocchio.

I condrociti presenti nei tessuti cartilaginei articolari hanno il compito fondamentale di proteggere le ossa dall’usura ma, con il passare del tempo, eventuali traumi e il sovrautilizzo delle articolazioni possono portare la cartilagine ad assottigliarsi fino a scomparire, favorendo la comparsa dell’artrosi. I condrociti nasali, protagonisti dello studio, sono in grado di duplicarsi in vitro in maniera ottimale e possono adattarsi all’ambiente articolare del ginocchio, assumendo caratteristiche simili a quelle dei condrociti normalmente presenti in questa articolazione. Inoltre le cellule del naso, a differenza di quelle articolari, non perdono questo loro potenziale con l’invecchiamento e possono quindi essere utilizzati anche in soggetti meno giovani.

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Prof. Giuseppe Peretti

Da diversi anni si studiano sorgenti cellulari alternative per la rigenerazione della cartilagine articolare. Interessanti risultati si sono ottenuti anche con i condrociti prelevati dal padiglione auricolare o dalle coste, ma quelli nasali si sono dimostrati particolarmente promettenti anche per le limitate alterazioni estetiche derivanti dal loro prelievo.

“È stato portato a termine uno studio di fase 1 per verificare la sicurezza di questa sperimentazione, che è stato pubblicato da The Lancet – afferma il prof. Giuseppe Peretti, Responsabile dell’Équipe universitaria di ortopedia rigenerativa e ricostruttiva dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi (Gruppo ospedaliero San Donato) – Stiamo quindi partendo con la seconda fase, che prevede l’arruolamento di altri pazienti che verranno seguiti per due anni, valutati clinicamente e con imaging. Il nostro paziente ideale ha un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, presenta lesioni relativamente recenti, quindi insorte da meno di 5 anni”.

I condrociti nasali, prelevati dal setto nasale del paziente tramite una biopsia, vengono sottoposti a coltura in laboratorio per due settimane, venendo poi applicati a una speciale membrana di collagene che viene tagliata a misura della lesione, posizionata sulla cartilagine all’interno del ginocchio e fissata con piccoli punti di sutura. L’utilizzo di cellule autologhe ha il grande vantaggio di scongiurare il rigetto dell’impianto.

L’intervento è mininvasivo, consiste in una piccola incisione a livello del ginocchio, sufficiente ad esporre la lesione e a posizionare la membrana con le cellule autologhe. Le lesioni del ginocchio potenzialmente trattabili con questa nuova metodica, ad esclusione di quelle che interessano la rotula, sono conseguenza di traumi di varia natura o di sovraccarico funzionale, e hanno un’estensione tra i 2 e gli 8 cm quadrati. È possibile trattare contemporaneamente anche più lesioni, che non superino però gli 8 cm quadrati complessivi.

“Le tecniche di medicina rigenerativa impiegate fino ad oggi non garantiscono il successo della riparazione della lesione al 100%; spesso infatti offrono sollievo per un certo periodo di tempo, ma poi, anche a seconda dell’impegno funzionale a cui vengono sottoposte le articolazioni trattate, i sintomi possono ripresentarsi e necessitare di un nuovo intervento. In questo studio ci poniamo l’obiettivo di testare questa nuova metodica per comprendere se possiamo arrivare al traguardo della guarigione completa e definitiva” conclude il prof. Peretti.

Trattandosi di uno studio clinico, per candidarsi è necessario non soffrire di alcune patologie, come le malattie del collagene o malattie autoimmuni, epatiti o altre particolari patologie infettive. Per informazioni sul trial e per candidarsi scrivere a: cartilagineginocchio@libero.it

fonte: ufficio stampa

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