Roma, 7 aprile 2016 – In merito all’indagine sul recente scandalo del petrolio che ha coinvolto la Basilicata e che ha visto porre agli arresti domiciliari 6 persone tra funzionari e dipendenti dell’Eni – perché ritenute responsabili, a vario titolo, di attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti – Cittadinanzattiva annuncia che si costituirà parte civile nel processo e invoca la necessità di interventi urgenti per la tutela di cittadini e ambiente (n.d.r.).
“Elementi gravissimi, che, se fossero confermati, mettono in luce da un lato le responsabilità amministrative relative ai mancati controlli, e dall’altro come i cittadini e l’ambiente siano stati esposti a gravi rischi per interessi privati. Per questo ci costituiremo parte civile nel Processo che andrà a celebrarsi. Cittadinanzattiva è impegnata infatti da anni nella lotta alla corruzione e il ripristino della legalità e della certezza del diritto, come anche nel recente processo in corso a Roma per Mafia Capitale”. Queste le dichiarazioni di Maria Antonietta Tarsia, segretario di Cittadinanzattiva Basilicata, e Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, in merito agli arresti per possibili reati legati all’estrazione del petrolio in Basilicata.
“La gravità delle accuse e il possibile avvelenamento di vaste aree del territorio lucano richiedono interventi urgenti per la tutela di chi possa già aver subito danni alla propria salute e per chi ne potesse avere in futuro – hanno aggiunto – Chiediamo un intervento urgente delle ASL affinché effettuino un monitoraggio sui siti e nelle aree interessate non solo per accertare eventuali danni già presenti a persone o cose, ma anche per valutare eventuali possibili rischi futuri, e mettere in campo tutte le misure necessarie a prevenirli o a gestirne gli effetti”.
fonte: ufficio stampa