Torino, 3 agosto 2020 – Il 1° agosto 2020 è stato lanciato ArcticHubs, un’ambiziosa collaborazione multidisciplinare internazionale che mira a sviluppare soluzioni basate sulla ricerca e sulle buone pratiche per affrontare le sfide urgenti che riguardano l’Artico. Il progetto, che sarà finanziato per quattro anni dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea, riunisce 22 partner in 11 paesi diversi, provenienti da università e istituti di ricerca, da ONG, dai settori pubblico e privato e dalla società civile.
Tra gli atenei coinvolti anche l’Università di Torino, unico ente italiano a partecipare all’iniziativa, che avrà come responsabile locale Marco Giardino, docente del Dipartimento di Scienze della Terra. UniTo è la rappresentante per i casi di studio sulla geodiversità alpina e sui suoi servizi alle comunità locali, come quelle del Geoparco UNESCO Sesia Val Grande e le comunità delle valli valdesi Germanasca e Chisone.
Al centro dell’approccio pionieristico del progetto ci sono i 22 ‘hub’, luoghi rappresentativi attraverso l’Artico, dove saranno impiegate metodologie partecipative e collaborative per osservare gli impatti delle attività economiche e per costruire strumenti orientati alla soluzione per conciliare nuove opportunità economiche con mezzi di sussistenza tradizionali e risoluzione dei conflitti di uso del suolo tra settori diversi.
Il progetto ArcticHubs lavorerà con le parti interessate a livello locale, nazionale, regionale e globale, comprese le comunità artiche, gli industriali, i responsabili politici e altri portatori di interesse, per dare un contributo importante alla sostenibilità e alla resilienza a lungo termine della regione: ambiente, comunità e industrie, considerando i mezzi di sussistenza nuovi e quelli esistenti.
I risultati chiave del progetto includeranno strumenti per costruire approcci collaborativi e consensuali all’utilizzo del territorio e delle risorse. Strumenti come i sistemi pubblici di informazione geografica partecipativa (PPGIS), le linee guida per la “licenza sociale per operare” e la costruzione di scenari futuri per l’Artico, saranno sperimentati e implementati in collaborazione con le parti interessate nei 22 hub. Oltre agli hub “piscicoltura”, “silvicoltura”, “turismo”, “estrazione mineraria” e “indigeni” all’interno dell’Artico, quattro hub esterni di “apprendimento”, situati in Canada, Austria e Italia, forniranno punti per il confronto e il controllo con i casi dell’Artico.
L’Artico oggi deve affrontare pressioni straordinarie, con la globalizzazione e il cambiamento climatico che si combinano provocando il cambiamento ambientale a un ritmo senza precedenti. L’apertura di nuovi settori economici, tra cui l’estrazione mineraria e il turismo di massa, insieme all’industrializzazione di molti mezzi di sussistenza tradizionali, come la pesca e la silvicoltura, stanno generando conflitti nell’uso del territorio tra settori concorrenti e producendo profonde trasformazioni nella vita delle persone e delle comunità a livello economico, sociale, culturale, politico e ambientale.
Tutti i partner del progetto:
Finlandia: University of Lapland; Mapita Ltd; Reindeer Herders’ Association; Sámi Education Institute
Svezia: Swedish University of Agricultural Sciences; Luleå University of Technology; Grans Sameby
Norvegia: NORCE Norwegian Research Centre AS; Magma Geopark AS; Norwegian Institute for Nature Research; Nofima; Rogaland County Council
Islanda: Hólar University/Háskólinn á Hólum
Russia: Kola Science Centre
Regno Unito: TouchTD Ltd
Austria: Universität für Bodenkultur, Wien
Italia: Università degli studi di Torino
Groenlandia: Greenland Institute of Natural Resources
Isole Faroe: University of the Faroe Islands
Canada: Dalhousie University