Catania, 9 ottobre 2018 – “L’insufficienza numerica di personale medico, infermieristico, tecnico e di supporto, i turni stressanti cui sono conseguentemente sottoposti gli operatori e le inevitabili disfunzioni che ne derivano sul piano dell’offerta sanitaria, stanno minando alla base i servizi alla salute e il diritto di accesso alle cure delle comunità di tutto il comprensorio catanese. La situazione è ormai diventata intollerabile”, dichiara Calogero Coniglio segretario regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei.
“Il rischio è quello di generare un vero e proprio ‘corto circuito’ nei servizi sanitari della città – commenta Coniglio – Ad oggi, peraltro, non si è registrato alcun seguito da parte della direzione dell’A.O.U. ‘Policlinico Vittorio Emanuele’ alla nostra nota n. 4119/05/18 del 24 settembre 2018 dove venivano puntualmente richiamate le oggettive criticità riguardanti sia l’azienda e sia il nuovo pronto soccorso. Domande non ‘negoziabili’ che aspettano ancora risposte, per quanto riguarda la sicurezza, l’attivazione di un presidio di polizia, di quante risorse professionali, personale medico, infermieristico, tecnico e di supporto, saranno impegnate nel progetto di apertura del pronto soccorso, con quale criterio è stata fatta la scelta degli operatori, quali protocolli attiverà l’azienda per garantire la sicurezza fisica degli operatori addetti al triage del pronto soccorso e come sopperirà alle gravi carenze funzionali e di personale, in cui versa l’azienda”.
Tutto pronto, quindi, sulla carta ma già da tempo la Fsi-Usae ha espresso preoccupazione per le incognite. “Le risposte si spera arrivino prima dell’inaugurazione – dichiara Coniglio – Ne abbiamo abbastanza essendo stati abbondantemente superati i tempi ragionevoli per un intervento efficace. Qual è il programma della Regione e della direzione per risollevare le sorti dell’azienda che comprende non solo il Policlinico ma anche i presidi del Vittorio Emanuele, del S. Bambino e del S. Marta, garantendo i servizi basilari in una realtà che riveste un ruolo di filtro ed è punto di riferimento per l’assistenza sanitaria del territorio catanese?”.
“Fin qui, le scelte di ridimensionamento degli anni passati hanno accresciuto il disagio tra gli utenti e la precarietà del personale, ormai ridotto al lumicino. Se oggi taluni servizi continuano ad essere assicurati è solo grazie al senso di responsabilità e all’abnegazione del personale sanitario”.
“Giunti a questo punto – conclude Salvatore Bellia componente di segreteria territoriale – chiediamo di conoscere gli atti di programmazione e i provvedimenti immediati che s’intendono assumere prima, considerato che oltre agli ospedali catanesi, diverse realtà sanitarie della regione e tantissimi cittadini stanno pagando un prezzo altissimo per scelte dissennate della politica. Non si può attendere oltre. Servono provvedimenti immediati e risolutivi per fronteggiare difficoltà che sono una zavorra al sistema sanitario siciliano, sempre più indebolito e interessato da consistenti flussi di emigrazione per prestazioni fuori regione”.