Anziani soli, un’epidemia sociale. In aumento i rischi di demenza e mortalità
“Solitudine e ageismo innescano un processo che porta alla depressione. I suicidi degli anziani sono infatti il 37% di quelli totali, sebbene gli anziani rappresentino il 24% della popolazione generale. Il fenomeno riguarda soprattutto gli uomini, le città e le persone con più di 80 anni”, sottolinea il prof. Diego De Leo, Presidente AIP. L’Italia affronta una crisi di solitudine tra gli anziani, con conseguenze gravi sulla salute e la qualità della vita. Attenzione anche per la correlazione tra disturbi del sonno, frequenza di incubi e rischio di suicidio. I temi saranno al centro del 25° Congresso dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, con oltre 600 specialisti a Padova dal 27 al 29 marzo
Roma, 25 marzo 2025 – L’Italia si conferma un Paese particolarmente ostile per gli anziani, non solo a causa delle patologie fisiche, ma soprattutto per il peso della solitudine. Un fenomeno che comporta gravi conseguenze sulla salute mentale e fisica. La solitudine è spesso preludio della depressione, che aumenta il rischio di altre patologie e di suicidi.
Il tasso di solitudine è il doppio rispetto alla media dei Paesi europei: coloro che non hanno nessuno a cui chiedere aiuto sono il 14%, mentre chi non ha nessuno a cui raccontare cose personali il 12%, a fronte di una media europea del 6,1% (dati Eurostat).
La solitudine non è solo un problema sociale, ma anche clinico, essendo associata ad un aumento del rischio di depressione, disturbi del sonno, demenza e malattie cardiovascolari. Questi temi saranno al centro del 25° Congresso dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, che si tiene presso il Padova Congress, Via Goldoni, 8, dal 27 al 29 marzo.
La solitudine: un’epidemia sociale che aumenta i rischi di demenza e mortalità
I determinanti sociali, ossia i fattori che influenzano la salute come le condizioni economiche, abitative e relazionali, incidono notevolmente sulla salute degli anziani, nonostante siano giunti tardivamente all’attenzione dei clinici e siano troppo spesso ancora trascurati.
“L’impatto dei fattori che influenzano la salute come le condizioni economiche, abitative e relazionali è pari se non superiore alle cure mediche – sottolinea il prof. Diego De Leo, Presidente AIP – Non tenere in considerazione queste condizioni rappresenta un grave rischio. La solitudine è un’epidemia sociale che aumenta il rischio di demenza del 50% e la premortalità del 30%; il suo impatto è paragonabile al tabagismo cronico e all’obesità. Alcuni Paesi si sono dotati di strumenti come Linee Guida o raccomandazioni per affrontare questa realtà. In Italia non vi è ancora un approccio definito, nonostante sia il Paese più vecchio al mondo dopo il Giappone”.
“Diversi elementi concorrono a peggiorare la situazione: lo spopolamento dei centri storici, la chiusura dei negozi di prossimità, il proliferare delle truffe agli anziani, la discriminazione nota come ageismo – spiega De Leo – Questi elementi innescano un processo di svilimento che porta alla depressione e spesso al suicidio: i suicidi degli anziani sono infatti il 37% di quelli totali, sebbene gli anziani rappresentino il 24% della popolazione generale. La ragione di questo dato risiede nel fatto che i nostri anziani sono tra i più maltrattati al mondo. Questo fenomeno riguarda soprattutto gli uomini, le città e le persone con più di 80 anni: in queste sottopopolazioni la frequenza di suicidi ha raggiunto livelli intollerabili. Il suicidio di una persona anziana è anche un segno tremendo per un giovane, il quale non riceve un messaggio di resilienza ma di arrendevolezza”.
Incubi e disturbi del sonno: primi sintomi di una depressione imminente
I primi sintomi delle conseguenze di una marginalità sociale dell’anziano sulla psiche possono emergere dai disturbi del sonno e dalla maggior frequenza di incubi, che può a sua volta favorire lo stato depressivo. “Circa il 20% dei bambini e il 6% degli adulti hanno incubi frequenti – spiega il prof. Diego De Leo – Gli incubi persistenti che interferiscono con la vita quotidiana possono essere diagnosticati come disturbo da incubi, una condizione di salute mentale in cui incubi frequenti e gravi possono rendere difficile affrontare la giornata. La frequenza degli incubi aumenta con l’età: la prevalenza è di oltre tre volte superiore tra coloro che hanno più di 70 anni (6,3%) rispetto agli adulti tra i 50 e i 70 anni (1,8%). È stata riscontrata anche un’associazione con ideazione suicidaria, depressione e stress. Esiste una forte correlazione tra incubi e rischio di suicidio: gli individui con incubi frequenti hanno maggiori probabilità di tentare il suicidio e di adottare comportamenti autolesionistici”.
IL 25° Congresso AIP: la psiche dell’anziano al centro
Il 25° Congresso dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria – AIP si tiene presso il Padova Congress, Via Goldoni, 8, dal 27 al 29 marzo. In questi tre giorni si affronteranno tutti gli aspetti relativi alla salute psicofisica dell’anziano: la demenza, la depressione, la psicosi, i disturbi d’ansia e del sonno, i problemi di memoria, la fragilità fisica e mentale, nonché la fragilità psicosociale, la solitudine e il malessere. Inoltre, si toccherà il tema della telemedicina e delle terapie digitali, il dolore, le nuove molecole, con particolare attenzione ai progressi realizzati nella lotta alle demenze e all’Alzheimer e alle implicazioni etiche che pongono le nuove scoperte.