Arezzo, 14 agosto 2021 – La vecchia soluzione: sedativi. Un modo per placare l’anziano “agitato” in una fase definita di delirio nella quale può essere capace anche di aggredire il parente o il sanitario che ha cura di lui. In crisi per la sua malattia o perché spaventato e angosciato da un ricovero o da un’altra situazione di stress.
La soluzione della geriatria dell’ospedale San Donato: una stanza con un solo letto, il suo. Una poltrona nella quale può riposarsi ma anche dormire: gli esperti la chiamano “culla care”. Poi un televisore, un armadio, un forno a microonde, un apparecchio multisensoriale che diffonde musica e colori. Una stanza per lui ma anche per il familiare che, giorno e notte, può starci insieme. Un doppio bagno: per il paziente e per il familiare.
Nella geriatria del San Donato di Arezzo si apre una porta e si ha l’impressione di entrare non in una stanza d’ospedale ma in una camera d’albergo. La chiamano Delirium Room ed è stata completata grazie al contributo del Calcit, del Collegio dei Geometri di Arezzo e di alcuni privati cittadini.
“L’abbiamo aperta nel 2019 ed è stata la seconda in Italia dopo Bologna – ricorda Mario Felici, Direttore di Geriatria della Asl Toscana Sud Est – L’idea è quella di sostituire i farmaci tradizionali che si limitano a sedare il paziente con un’alternativa rappresentata da una stanza protesica ovvero familiare e accogliente che aiuta il paziente. La diversità non è solo nell’arredamento o nella possibilità di convivere con un parente o con una persona che ha cura di lui. Sono proprio diversi i ritmi di vita. Nel normale reparto ci sono tempi e regole: quando si mangia, quando ci si alza o quando non ci si alza, …”.
“In questa stanza, nei limiti dettati ovviamente dalle condizioni del paziente, si mangia quando si ha fame, si può lasciare letto e sedersi in poltrona – prosegue Felici – E se ci si addormenta, l’infermiere sposta una leva e la poltrona si trasforma in letto senza essere svegliati e costretti a spostarsi di nuovo. Il familiare può usare il microonde e quindi cuocere o riscaldare un piatto che al paziente piace in modo particolare. La strumentazione multisensoriale viene infine utilizzata per ridurre gli stati d’ansia secondo l’approccio ‘snoezelen’”.
La degenza media in questa stanza è di una settimana. “E vorrei sottolineare che da qui il paziente non va o non torna in reparto ma rientra a casa sua – sottolinea Felici – Indice che questo “strumento” funziona e incide su un problema che non deve essere assolutamente sottovalutato e liquidato, semplicemente, con la classica definizione dell’anziano fuori di testa”.
Delirio e demenza in ospedale comportano un aumento della mortalità del 30-40% nell’arco di 90 giorni; un aumento dei tempi di degenza; un peggioramento del quadro cognitivo nell’arco di 3-6 mesi; un aumento di 5 volte del rischio di complicanze nosocomiali e dei rischio di istituzionalizzazione pari al 30-40%; un aumento del rischio di ri-ospedalizzazione entro 30 giorni; effetti negativi su operatori e familiari. Inoltre, studi documentano un’incidenza di delirium pari al 28,5% nei ricoverati in neurologia, al 24,7% in geriatria, al 21,2% in medicina, al 20,6% in ortopedia e al 14% in riabilitazione.
La Delirium Room della Geriatria dell’Ospedale di Arezzo rappresenta di fatto un modello di cura d’eccellenza per gli anziani “agitati”.