Antitrust: sciogliere i nodi del Ddl concorrenza

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Piena sintonia del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti con il Presidente dell’Antitrust Pitruzzella, intervenuto in audizione al Senato sul Ddl concorrenza

Roma, 30 ottobre 2015 – “Nell’ambito dell’eliminazione dei vincoli allo svolgimento dell’attività restano tuttavia ancora inascoltate le proposte dell’Autorità”, queste parole del Presidente dell’Antitrust Pitruzzella, possono sintetizzare i risultati del lavoro fatto dalla Camera dei deputati sul Ddl concorrenza.

Il disegno di legge che ha l’ambizione di rimuovere gli ostacoli alla concorrenza in una legge che dovrebbe essere annuale, utilizza le indicazioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, a proprio piacimento, scartando quelle che danno fastidio ed accogliendo quelle indicate dai poteri forti. Per tutti si legga le dichiarazioni di Ornella Barra (Walgreens Boots Alliance) che si dice pronta “se la legge sulla concorrenza e sull’apertura alle società di capitali nelle farmacie resta così com’è” ad investire in Italia. Tradotto, se ci consegnate un mercato ancora sostanzialmente protetto noi entriamo.

Il Presidente dell’Antitrust ha indicato una direzione estremamente logica e precisa, sottolineando, se ce ne fosse bisogno, che per aumentare le dinamiche concorrenziali nella distribuzione del farmaco bisogna porre la parola fine ad inutili protezionismi. Intervento che toglie qualsiasi “alibi” alla politica, rispetto alla tante volte dichiarata volontà di liberalizzare il Paese.

L’Antitrust quando parla di liberalizzazione delle farmacie, si riferisce in sostanza a tre aspetti: la liberalizzazione del numero di farmacie; la liberalizzazione della proprietà delle farmacie; la liberalizzazione della vendita dei farmaci.

Di queste tre direttrici, ne è stata seguita soltanto una, quella dei capitali e questo porterà non ad una maggiore liberalizzazione del settore, ma alla creazione di un oligopolio. Questo è l’unico punto su cui il MNLF dissente dal giudizio positivo dell’Antitrust: far entrare il capitale senza aprire il mercato provoca non un aumento della concorrenza con i relativi benefici per i cittadini, ma una sua diminuzione.

Ora ci sono due autorevoli pareri, uno della Commissione Europea (18 marzo 2015, “Prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici”, pag. 61) e uno tutto italiano dell’AGCM. I margini per continuare a bluffare si restringono.

Pitruzzella è andato oltre ed ha chiesto “uno specifico intervento” sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C.
Continuare a ignorare queste indicazioni significa firmare un patto di ferro con lobby e corporazioni, significa ignorare l’interesse generale dei cittadini.

fonte: ufficio stampa

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