Negli ultimi anni numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato come la somministrazione di antibiotici nei primi mesi di vita potrebbe avere effetti a lungo termine sulla salute del bambino
Milano, 27 febbraio 2020 – È l’Italia il paese europeo con il maggior numero di bambini che assumono antibiotici, ed è nel Sud del nostro Paese che si registra una prescrizione di antibiotici per l’infanzia maggiore. Sono questi i dati registrati dall’Osservatorio sull’impiego dei Medicinali (anno 2017) e analizzati dal prof. Silvio Garattini, scienziato di fama internazionale e fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.
Ma perché in Italia si concentra la percentuale maggiore di bambini esposti agli antibiotici? Perché questa differenza tra Nord e Sud? E – soprattutto – quali possono essere i rischi di un consumo di farmaci così elevato? Quali gli accorgimenti da adottare? Il prof. Garattini risponde a tutte queste domande.
Alto tasso di prescrizione di antibiotici in Italia
Un bambino su due ha assunto almeno una volta un antibiotico prima dei sei anni di età. E mentre nel Nord Italia ogni bambino riceve in media ogni anno 0,96 prescrizioni, nelle regioni del Sud tale valore sale a 1,23.
Perché queste differenze, soprattutto con gli altri stati europei in cui il consumo di antibiotici in questa fascia di età è più basso rispetto all’Italia?
“Le differenze osservate tra nazioni e tra le regioni italiane non sono causate da una differente epidemiologia delle malattie – spiega Garattini – ma sono causate innanzi tutto da fattori socioeconomici e culturali riguardanti la famiglia e anche dall’attitudine alla prescrizione. Sono diversi i motivi per cui un medico sceglie di prescrivere un antibiotico: per esempio, l’incertezza della diagnosi, i timori per le possibili complicanze dell’infezione, la pressione dei pazienti o dei genitori”.
Quali sono i rischi di un inappropriato utilizzo degli antibiotici nei bambini?
Nella maggior parte dei casi gli effetti indesiderati sono di lieve entità e di breve durata: diarrea, vomito, mancanza di appetito, senso di affaticamento, eruzioni cutanee. Sintomi, quindi, che potrebbero essere evitati se non si somministrassero – spesso – antibiotici non necessari.
La preoccupazione maggiore, però, non sono questi effetti indesiderati, ma l’aumento della resistenza agli antibiotici. Di conseguenza, aumenteranno i fallimenti delle terapie antibiotiche e sarà necessario utilizzare antibiotici più potenti. Si avrà anche il prolungamento della durata della malattia e l’aumento del rischio di complicanze.
Attenzione ai primi mesi di vita
Negli ultimi anni numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato come la somministrazione di antibiotici nei primi mesi di vita potrebbe avere effetti a lungo termine sulla salute del bambino. Pur con risultati non ancora conclusivi, esisterebbe un’associazione tra l’assunzione precoce di antibiotici e un aumento del rischio di obesità, asma e malattie allergiche (a causa di un’alterazione della flora batterica).
Cosa fare, quindi? Alcuni consigli
- Non bisogna mai decidere autonomamente di dare l’antibiotico sulla base dei sintomi o sulla base della presenza di mal di gola con placche.
- È importante seguire le raccomandazioni del medico per quanto riguarda la frequenza di somministrazione giornaliera e la durata della terapia.
- L’intervallo con cui deve essere somministrato l’antibiotico è calcolato perché la sua concentrazione sia sufficiente per uccidere i batteri causa dell’infezione ed è importante rispettarlo.
- Occorre evitare di interrompere la terapia prima di quanto raccomandato, anche se il bambino non ha più la febbre o non prova più dolore: i sintomi possono scomparire prima che i batteri siano completamente eliminati e non continuare l’antibiotico potrebbe favorirne nuovamente la crescita con una ricaduta dell’infezione.
- Il farmaco va somministrato lentamente per evitare che vada di traverso o che provochi tosse. Se subito dopo il bambino vomita o sputa la medicina, va somministrata nuovamente la quantità rigettata; se vomita dopo mezz’ora dalla somministrazione, non è necessario ripetere la dose.
- Se dopo aver assunto l’antibiotico il bambino presenta mal di pancia, vomito, diarrea, macchie sulla pelle o è particolarmente irrequieto o se, al contrario, ha molto sonno, occorre valutare con il pediatra se questi sintomi sono effetti collaterali della terapia.