Roma, 30 ottobre 2020 – Con l’apertura della base italiana Mario Zucchelli inizia la 36a Spedizione italiana in Antartide, finanziata dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR) nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) e gestita dall’ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica e dal CNR per la programmazione e il coordinamento scientifico.
L’attuale emergenza sanitaria ha imposto alla spedizione forti limitazioni delle attività scientifiche e logistiche con una riduzione del personale al minimo indispensabile per poter aprire e mantenere le stazioni in sicurezza e consentire la manutenzione della strumentazione scientifica.
Il volo del gruppo di apertura della Stazione Mario Zucchelli è stato assicurato, come sempre, dal programma antartico americano (USAP): a questo seguiranno solo due voli passeggeri da Hobart (Australia) con Airbus-A319 dell’Australian Antarctic Division e un volo cargo da Christchurch (NZ) con la compagnia neozelandese RNZAF.
Il gruppo di apertura, oltre a riattivare i servizi dopo la chiusura del marzo scorso, preparerà la pista di 3 km sul pack marino, idonea all’atterraggio dei successivi vettori aerei intercontinentali.
Al fine di mantenere l’Antartide unico continente COVID free, è stata stabilita una quarantena rigida di almeno 14 giorni per tutto il personale PNRA da effettuarsi prima di raggiungere le stazioni Mario Zucchelli e Concordia e la nave da ricerca Laura Bassi. Le precauzioni imposte dall’emergenza sanitaria hanno infatti costretto ENEA a rimodulare la pianificazione del personale di spedizione nell’impossibilità di poter effettuare gli usuali corsi preparatori per il personale neofita.
Il personale di spedizione, a eccezione di quello invernante, è di conseguenza costituito da soli veterani. Per il personale neofita invernante è stata organizzata una formazione breve ad hoc in Italia, che è proseguita nel corso della lunga quarantena ad Hobart (Australia) con corsi a distanza a cura di ENEA e dell’Istituto polare francese IPEV.
La nave da ricerca italiana “Laura Bassi” effettuerà una sola rotazione a partire dal 24 dicembre quando salperà dal porto neozelandese di Lyttelton; condurrà una brevissima campagna oceanografica volta alla conservazione e alla manutenzione della strumentazione dell’Osservatorio Marino fino ad arrivare a Baia Terra Nova da dove ripartirà il 24 gennaio con tutto il personale ancora rimasto presso la Stazione Mario Zucchelli. Il rientro del personale infatti, anticipato rispetto all’usuale, sarà effettuato esclusivamente con i mezzi navali del PNRA e dell’IPEV mediante le navi Laura Bassi e L’Astrolabe.
Il prossimo 9 novembre è previsto l’arrivo del personale presso la stazione Concordia, che si trova a oltre 3mila metri di altezza nell’entroterra sul plateau antartico. Anche lì saranno condotte le attività indispensabili per garantire il funzionamento in sicurezza della Stazione, la manutenzione della strumentazione scientifica presente e l’addestramento della nuova squadra di invernanti.
La campagna estiva durerà 3 mesi. Quest’anno, diversamente dagli altri anni e a causa della riduzione di personale, il periodo di sovrapposizione tra i 12 invernanti winter over entranti, (6 del PNRA, 5 dell’Istituto polare francese Paul Emile Victor (IPEV) e 1 medico dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e uscenti, sarà notevolmente prolungato. Data la ridotta durata della campagna estiva, il winterover inizierà a metà gennaio. Il personale invernante resterà poi in completo isolamento fino a novembre 2021, durante la stagione invernale, quando si toccano temperature esterne di -80°C (percepite fino a-100°C).
Anche quest’anno nella spedizione sono impegnati militari italiani delle tre Forze Armate, che collaboreranno in tutte le attività della spedizione, dalla sala operativa al personale logistico, dalle guide alpine dell’Esercito ai palombari della Marina Militare. Il personale dell’Aeronautica Militare curerà le previsioni meteo, che giocano un ruolo determinante per l’efficace pianificazione delle molteplici attività che coinvolgono le due basi antartiche.