Taranto, 21 novembre 2018 – Taranto da problema industriale locale diventa simbolo internazionale dei diritti violati dell’infanzia. Unicef Italia ha, infatti, scelto il capoluogo pugliese per concludere oggi le celebrazioni per l’anniversario della Convenzione ONU sui diritti dei minori, con un girotondo davanti ad alcune scuole primarie della città (comprese quelle dei quartieri Tamburi e Paolo VI), una conferenza stampa e un incontro con gli studenti dei licei.
“Diritto alla voce”, questo il titolo della giornata di celebrazioni che ha visto tra i promotori, insieme a Unicef Italia, la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), l’Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo (ISBEM), l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Taranto, Confassociazioni e l’Ordine Nazionale dei Geologi.
Alla conferenza stampa, organizzata presso la sede dell’Ordine dei Medici, sono intervenuti tra gli altri: Andrea Iacomini, Portavoce Nazionale Unicef Italia, Antonio Felice Uricchio, Rettore dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, Michele Lampugnani, Presidente Confassociazioni Puglia, Alessandro Distante, Presidente ISBEM, Alessandro Miani, Presidente SIMA e Maria Neira, Director, Director, Public Health, Environmental and Social Determinants of Health presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità (con videomessaggio). Nelle mani del Dr. Carlos Deora, giunto appositamente da Ginevra, sono stati consegnati gli appelli al Presidente OMS, Tedros Ghebreyesus, e al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
L’incontro è stata l’occasione per discutere dei danni procurati all’ambiente e alla salute dall’attività dello stabilimento ILVA e dei diritti negati ai bambini di Taranto, che per mesi non hanno potuto recarsi a scuola nelle giornate particolarmente ventose (i cosiddetti “wind days”) o giocare all’aria aperta.
Fino al suo ridimensionamento produttivo indotto dall’azione della magistratura, l’ILVA di Taranto immetteva in atmosfera il 92% della diossina – sostanza classificata dall’International Agency for Research on Cancer (IARC) come cancerogeno certo per l’uomo – prodotta in Italia da grandi impianti.
Lo studio nazionale SENTIERI, nel periodo 1995-2018, ha evidenziato per Taranto nei confronti della regione Puglia un eccesso di circa il 30% nella mortalità per tumore del polmone in entrambi i sessi; un aumento compreso tra il 50% (uomini) e il 40% (donne) di decessi per malattie respiratorie acute e un eccesso di circa il 15% tra gli uomini e 40% nelle donne di morti per malattie dell’apparato digerente.
Lo studio di coorte residenziale condotto nel 2017 sulla città di Taranto ha riscontrato, per ogni aumento di 10µg/m3 del PM10 di origine industriale o di anidride solforosa (SO2), a parità di età, genere, condizione socio-economica ed occupazione, un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause dal +4% al +9%, di mortalità per tutti i tumori (+3%/+8%), per tumore polmonare (+5%/+17%), per malattie cardiache (+5%/+11%), per eventi coronarici acuti (+10%/+29%) e per malattie renali (+13%/+16%).
Ad ogni incremento di 10 µg/m3 delle concentrazioni PM10 e di SO2 sono stati osservati eccessi di ricoveri ospedalieri per malattie neurologiche (+5%/+21%), cardiache (+4%/14%), infezioni respiratorie (+7%/+35%), malattie dell’apparato digerente (+4%/+8%), renali (+3%/+4%) e gravidanze con esito abortivo (2%/16%).
Inoltre, tra i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni si sono riscontrati eccessi importanti per le patologie respiratorie (dal +11% per le malattie respiratorie al +49% delle infezioni respiratorie); +24% e +26% per i quartieri Tamburi e Paolo VI.