Piacenza, 10 aprile 2019 – L’Andrologia dell’Azienda Usl di Piacenza è tra i centri di riferimento in Italia, riconosciuti dalla Società Italiana di Andrologia, per la cura dell’impotenza soprattutto nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico per tumore alla prostata , problema che riguarda circa 3 milioni di italiani.
Avanzate tecniche chirurgiche, totalmente a carico del Sistema Sanitario Nazionale, con l’impianto di protesi peniene tricomponenti ripristinano la normale sessualità. Il 12 aprile a Castel San Giovanni, sede della chirurgia andrologica aziendale, si terrà un corso di alta chirurgia protesica rivolto ai giovani andrologi
Dopo il cancro l’impotenza. Ogni anno questo problema affligge migliaia di italiani che dopo l’intervento di asportazione radicale della prostata (prostatectomia) possono avere deficit erettile. Il disturbo condiziona pesantemente la qualità di vita e il rapporto di coppia. Se le terapie con farmaci sono inefficaci, la soluzione definitiva è l’impianto di protesi peniene di ultima generazione, che consentono il ritorno a una normale sessualità.
In questo campo l’Andrologia dell’Azienda Usl di Piacenza, diretta dal dottor Stefano Fiordelise, fa scuola a livello nazionale. In particolare, l’ospedale di Castel San Giovanni è riferimento per la chirurgia protesica peniena, riconosciuto dalla Società Italiana di Andrologia (SIA). Le tecniche utilizzate dall’equipe del dottor Fiordelise saranno protagoniste il 12 aprile del corso NASA (National Academy of Surgical Andrology).
Una giornata di full immersion nella chirurgia andrologica protesica per giovani andrologi selezionati dalla SIA. Il dottor Fiordelise eseguirà interventi di alta specialità, tra i quali l’impianto di protesi peniene per la disfunzione erettile.
“Si tratta – spiega Fiordelise – di un’iniziativa nazionale della SIA, nata per favorire il perfezionamento chirurgico e diagnostico in andrologia rivolto ai giovani andrologi e al fine di incentivare e far conoscere i vantaggi di questi impianti”.
Sono circa 3 milioni gli italiani over 50 affetti da impotenza, conseguenza indesiderata dell’asportazione radicale della prostata. “L’asportazione chirurgica della prostata – spiega Fiordelise – nonostante le tecniche laparoscopiche, robotiche e la nerve sparing che risparmia i nervi dell’erezione, causa comunque impotenza in circa il 30-40% dei pazienti. Durante l’intervento infatti i nervi dell’erezione possono subire quei danni che causano la disfunzione erettile, spesso definitiva. Per tornare al vigore sessuale di prima e quindi tornare ad amare pienamente, la soluzione definitiva è l’impianto di protesi peniene tricomponenti di ultima generazione. Rispetto a quelle del passato, le tricomponenti inducono un’erezione simile a quella fisiologica”.
Una semplice pressione. “L’impianto della protesi – continua l’esperto – è un intervento sicuro e si effettua con l’inserimento, all’interno dei corpi cavernosi del pene, di due tutori espansibili. L’uomo può ottenere un’erezione, che ha la stessa sensibilità e capacità di orgasmo presenti prima dell’intervento”.
L’Andrologia dell’Azienda Usl di Piacenza vanta circa 800 visite andrologiche all’anno e numerosi sono gli interventi di implantologia protesica, che si eseguono all’ospedale di Piacenza senza alcuna costo per il paziente.