Palermo, 4 maggio 2017 – “Sebbene l’Italia sia uno dei paesi più all’avanguardia in campo oncologico, il problema delle Reti Oncologiche rimane molto grave. A oggi – dichiara Maurizio Tomirotti, presidente uscente di CIPOMO – solo 6 regioni (Piemonte, Trentino, Lombardia, Umbria, Veneto, Toscana) in Italia dispongono di una rete oncologica attiva, è troppo poco. Le Reti Oncologiche Regionali, infatti, sono molto importanti in quanto migliorano la qualità delle cure e razionalizzano le risorse. Per questo è necessario implementarle secondo linee di indirizzo comuni, sviluppando una regia efficace tra gli organismi di governance (Ministero, Authorities, Regioni), rivedendo le modalità di finanziamento e di accesso alle risorse con razionalità, onestà e con l’esclusivo obiettivo di garantire non tutto a tutti bensì tutto quanto è davvero utile ai cittadini e ai pazienti che davvero se ne possono giovare. Esorto pertanto le regioni italiane a predisporre al più presto una rete seguendo le linee guide predisposte da CIPOMO e AIOM, presentate lo scorso ottobre ad Agenas. Solo così riusciremo a fare quel salto di qualità necessario per la sopravvivenza e la cura dei nostri pazienti”.
È con questa dichiarazione che si è aperto oggi, alla presenza di istituzioni politiche, scientifiche e accademiche, il XXI Congresso Nazionale di CIPOMO (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri) che si terrà a Palermo fino al 6 maggio.
Maurizio Tomirotti ha in seguito illustrato il percorso fatto in questi ultimi anni da CIPOMO tracciando le linee generali dell’identità e della mission del Collegio: “CIPOMO nacque 21 anni fa quando si prese coscienza che per curare bene i malati di cancro non era più sufficiente un’alta qualità di conoscenze tecniche e di attitudini relazionali ma occorreva che i Primari Oncologi si affinassero in ambito organizzativo-gestionale per meglio guidare le strutture da loro dirette verso una concreta traslazione al letto del malato dei progressi scientifici man mano emergenti. La mission di CIPOMO si è quindi sviluppata in questi ultimi anni lungo quattro direttrici principali:
- confronto scientifico in ambito congressuale;
- impegno per il miglioramento della governance in sanità;
- dialogo e collaborazione con associazioni di cittadini e di malati, con società scientifiche del mondo oncologico e gestionale, nonché comunicazione mediatica puntuale e incisiva;
- formazione dei “Primari di domani”.
Il congresso di Palermo, realizzato grazie all’impegno di tutti i Primari oncologi siciliani, ben si colloca all’interno di questo percorso, riportando al centro del dibattito la relazione di cura, alla quale ogni progetto di riorganizzazione dovrà essere funzionale”.
A seguire, il presidente del Convegno, dott. Livio Blasi, ha illustrato filosofia, contenuti e programma del congresso: “Il congresso di Palermo è un viaggio attraverso i molteplici aspetti che possono contribuire a migliorare la qualità di vita del paziente ottimizzando la sua centralità. Nelle giornate congressuali si affronteranno le problematiche di come si deve organizzare un percorso diagnostico terapeutico e come questo possa migliorare lo stato di salute del paziente, e nello stesso tempo si deve valutare se il percorso può liberare risorse economiche per poter offrire al paziente il miglior trattamento appropriato e personalizzato. Pertanto, questo viaggio ci condurrà verso i trattamenti medici personalizzati e ci soffermeremo a valutare l’impatto che l’immunoterapia può e darà ai pazienti oncologici. Alcune tavole rotonde svilupperanno tematiche come gli indicatori di processo per i percorsi diagnostico-terapeutici, la ricerca in corsia dando voce ai pazienti e agli operatori e l’informazione/disinformazione con un dibattito tra esperti nel settore giornalistico e medici”.
Infine il dott. Paolo Tralongo, presidente del Congresso, ha definito contenuti e programma di questa tre giorni: “Grazie ai numerosi progressi terapeutici e alla diagnosi precoce, il numero di sopravvissuti al cancro negli ultimi trent’anni si è quasi triplicato. In Italia, infatti, il numero stimato di persone che vivono dopo una precedente diagnosi di cancro è superiore ai 3 milioni; di questi più del 60% presenta un tempo alla diagnosi di almeno 5 anni e più di 700.000 sono considerati ‘guariti’. A fronte di questi risultati ottimistici vi sono, tuttavia, nuove sfide per questi pazienti che si traducono nel manifestarsi di un nuovo paradigma assistenziale che, riconoscendo una esperienza di malattia totalmente diversa e con espressione più articolata (i tasselli), richiede una nuova organizzazione assistenziale. Un piano, centrato sul paziente, che aggrega armonicamente i tasselli, consente di comporre il mosaico dell’arte medica in oncologia. Di questi tasselli e della loro migliore aggregazione si discuterà durante il Congresso che si terrà a Palermo”.
fonte: ufficio stampa (foto di repertorio – CIPOMO)