ESC Congress 2016: trapianti di cuore, effetto di genere. Uomini penalizzati se ricevono il cuore di una donna
Roma, 27 agosto 2016 – Uomini e donne non sempre risultano compatibili negli affari di cuore, anche quando la ‘relazione’ si svolge in un reparto di trapianti ed evidenzia una interessante problematica. La presentano al congresso ESC 2016 un gruppo di ricercatori dell’Ospedale universitario Maranon di Madrid e della scuola di medicina di Valparaiso in Cile: il trapianto di cuore è il trattamento elettivo per pazienti selezionati con malattie cardiache inguaribili, e trovare un donatore ottimale per quel singolo caso è essenziale per la buona riuscita dell’intervento, la sopravvivenza dell’organo e quindi dell’individuo, obiettivo altresì necessario a causa della scarsa disponibilità di organi.
Spiega Leonardo Bolognese, direttore Cardiologia ospedale di Arezzo e ESC Local Press Coordinator: “Nella scelta dell’organo è necessario che esista una compatibilità tra donatore e ricevente su diversi fattori come gruppo sanguigno dimensione dell’organo i fattori sierologici ed immunologici. Il possibile ruolo del sesso di donatori e riceventi è stato discusso per anni, ma oggi ci sono evidenze più precise: la sopravvivenza dopo trapianto di cuore sembra essere peggiore se il genere tra i due soggetti è diverso. Lo conferma una meta analisi di revisioni sistematiche, che aveva lo scopo di valutare le evidenze correnti riguardo la compatibilità tra i generi”.
L’analisi è stata eseguita con una ricerca effettuata su Pubmed ed Embase (due database di ricerche scientifiche) sino a febbraio 2015, nella quale sono stati inclusi dati su coorti comparative e studi riguardo la sopravvivenza dopo il trapianto di cuore in entrambi i sessi. La meta analisi ha incluso 10 studi pari a 53,199 pazienti e quando sono stati analizzati i riceventi di entrambi i generi sono saltate all’occhio significative differenze nella sopravvivenza ad un anno tra riceventi dello stesso o di sesso diverso.
Nei riceventi maschi è stato evidenziato che il ‘mismatch’ di genere era un fattore di rischio per la mortalità ad un anno, con un incremento di 1,38 volte ma che lo stesso assioma non era valido il ricevente era una donna (odd ratio 0,98%) che invece mostrava una migliore sopravvivenza.
“Si tratta di una conclusione estremamente interessante – dichiara Michele Gulizia, direttore Cardiologia Ospedale Garibaldi di Catania e ESC Local Press Coordinator – Dal 2000 al 2013 il solo in Italia sono stati eseguiti 4.222 trapianti di cuore (1) con tassi di sopravvivenza dell’organo ad un anno dell’82,5%, e questa scoperta potrebbe migliorare ulteriormente questa performance. Gli uomini corrono meno rischi di rigetto se hanno ricevuto il muscolo cardiaco da donatori dello stesso sesso. Le ipotesi sui motivi di questo fenomeno sono diverse e ancora non del tutto chiarite: l’aumento del rischio di rigetto nei casi di donatore e trapiantato di sesso opposto potrebbe essere dovuto alle differenti dimensioni del muscolo, solitamente più grande e con maggiore capacità di pulsazione negli uomini. Ma anche fattori di natura ormonale o immunitaria ancora non perfettamente chiariti”.
I migliori risultati post-operatori, in studi precedenti sono stati riscontrati nei casi di trapianto da uomo a uomo, mentre se a donare l’organo era una donna il rischio di morire era del 15% in più. Le percentuali più basse di sopravvivenza, invece, sono state registrate tra gli uomini cui era stato trapiantato un cuore femminile.
(1) Dati Centro Nazionale Trapianti
fonte: ufficio stampa