Roma, 27 settembre 2016 – “È finito il tempo dei tagli in sanità”. Le dichiarazioni del premier Matteo Renzi, raccolte dalle agenzie di stampa durante la sua visita all’ospedale San Raffaele di Milano, sono musica per le nostre orecchie, commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise.
Leggere che, secondo il premier, “sulla sanità si è tagliato anche troppo” e che “nel settore sanità l’Italia è fra i paesi più forti del mondo” non può che renderci soddisfatti, perché fa eco a quanto da tempo sosteniamo, con le migliaia di parole dette e scritte in questi anni e con la lunga serie di manifestazioni e lotte dei Medici e dei Dirigenti sanitari, ed a numerose indagini che hanno messo a nudo la crisi della sanità pubblica e del diritto alla salute dei cittadini. La nostra spesa sanitaria in rapporto al Pil non solo “non è più alta di altri Paesi”, ma è la più bassa tra i paesi del G7 e si accompagna alla più alta spesa privata, a testimonianza della progressiva diminuzione del perimetro di tutela pubblica.
Detto questo, però, non possiamo non ricordare che fino ad ora le rare dichiarazioni sono state sempre smentite dai fatti. Se le parole del premier sono il segno di un reale cambio di passo e di una sincera intenzione di mettere la sanità tra le priorità della politica italiana, lo sapremo presto. Il banco di prova sarà la prossima legge di stabilità che a giorni scriverà nero su bianco i numeri per fermare il definanziamento della sanità pubblica.
Ma i medici e i dirigenti sanitari non si accontenteranno di una sanità senza tagli e nemmeno del modesto incremento che, con il più classico dei lapsus, il Presidente sembra annunciare fissando il FSN a 112 miliardi, 1 in meno rispetto al tetto di 113 ritenuto irrinunciabile dal Ministro della salute. Per giocare in serie A, a voler riprendere il parallelo calcistico del premier, bisogna comprare giocatori all’altezza e la nostra sanità, per restare in serie A, ha bisogno di investimenti e finanziamenti adeguati, soprattutto sul suo capitale umano che oggi regge il SSN a dispetto del suo progressivo smantellamento.
Risorse adeguate – è il richiamo dell’Anaao Assomed – sono necessarie anche a quei Medici e dirigenti sanitari il cui contratto di lavoro è bloccato da 8 anni, ma puntualmente taglieggiato da ogni legge finanziaria, ed il cui ruolo è continuamente mortificato malgrado il peso ed il rischio intrinseco al loro lavoro. Ed ai giovani, per liberarli da un precariato ormai stabile che li priva di futuro professionale e personale.
La legge di stabilità ci dirà se questo Governo vuole riconoscere anche il valore del lavoro di chi opera in sanità e se nel momento in cui chiede un segnale di cambiamento e di “puntare in alto e sognare in grande” è disposto a fare altrettanto, dando segni concreti di investimento sulle competenze e conoscenze dei Medici e dirigenti del SSN, che è un bene comune da rilanciare e non da liquidare in maniera strisciante.
fonte: ufficio stampa