18 maggio 2015 – Lo sciopero proclamato dai Medici di Medicina Generale e dai Pediatri di libera scelta, al di là delle motivazioni specifiche e delle dinamiche intersindacali, nasce da un malessere profondo che prescinde dallo stato giuridico. La possibilità di discutere le condizioni del proprio lavoro, che dovrebbe essere prerogativa di tutti i professionisti che lavorano per e nel SSN, è oggi elusa per il settore convenzionato e negata da ben 6 anni, alibi la crisi economica, per quello dipendente.
E intanto imperversa una voglia sfrenata di liberismo che vuole avere mano libera nell’inseguire la ossessione dei costi, in assenza di politiche innovative, capaci di durare perché condivise dai corpi professionali, che non siano penalizzanti per i medici, principale fattore produttivo da comprimere se non, al pari dei costi della famigerata siringa, simbolo di tutti i mali presenti e passati della sanità italiana.
Non a caso Governo e Regioni invadono le loro competenze professionali violentando la natura delle leggi (comma 566 docet) o entrano a gamba tesa sulla loro autonomia creando, con la pretesa di dettare linee guida di stato, un ulteriore motivo di conflitto con i pazienti. Altro che combattere la medicina difensiva!
Per questo la solidarietà che l’Anaao Assomed esprime è, nella eclissi dei corpi intermedi e nella crisi di rappresentanza che tutti viviamo, più di un atto formale, ma espressione della consapevolezza di dovere affrontare un punto cruciale della crisi della sanità pubblica in una condizione che richiede ponti più che trincee, perché per tutti è in gioco ruolo ed autonomia professionale.
La campana della protesta, che dopo la scuola investe un pezzo di sanità, suona anche per Medici, veterinari, dirigenti sanitari dipendenti del SSN. Non sarà possibile ancora per molto fare finta di non sentirla.
fonte: ufficio stampa