Amsi lancia al mondo politico e medico il Manifesto #No7EuroAiMedici e #NoAllaZonaGrigia

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Prof. Foad Aodi

Roma, 2 maggio 2019 – “Altre 50 segnalazioni in 3 giorni per sottopaga a 7 euro all’ora e continuano le richieste di medici stranieri da tutte le regioni”. Così Foad Aodi, il Fondatore dell’Amsi (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia) e Consigliere dell’OMCEO di Roma, dopo l’ennesima denuncia, questa volta della sottopaga dei medici stranieri e non, a 7 euro all’ora nella sanità privata.

Amsi lancia il Manifesto al mondo politico e medico il giorno della festa del lavoro #No7EuroAiMedici e #NoAllaZonagrigia dove si trovano i medici schiacciati, sia giovani che medici stranieri che della sanità pubblica e privata, che comprende 15 cause che incrementano carenza dei medici e la fuga massiccia all’estero.

Dopo la nostra ultima denuncia, dichiara Aodi, abbiamo ricevuto numerose adesioni da associazioni medici, sindacati, albi professionali e incoraggiamento per la responsabilità che l’AMSI mette nelle sue denunce e statistiche. Inoltre altre 50 segnalazioni di medici stranieri e italiani che confermano la nostra denuncia del 7 Euro all’ora per i medici.

Proprio le richieste giunte all’Amsi, più di 6.000 dall’Italia e più di 16.000 dall’estero (Europa, Medio Oriente, Sud America e Asia), dal 1 gennaio 2018 hanno fotografato la situazione e la carenza dei medici a livello mondiale, compreso le cause che elenchiamo qui e che costituiscono il nostro Manifesto #No7EuroAiMedici e #NoAllaZonaGrigia per curare la patologia della fuga dagli ospedali e dall’Italia da parte dei medici italiani e stranieri:

  1. mancano 10 mila borse di studio per specializzazione di medici giovani;
  2. sottopaga ai medici stranieri con 7 euro all’ora oltre lo sfruttamento lavorativo e pagamento in ritardo;
  3. contratti a tempo determinato per i medici stranieri per un breve tempo e poi scaricati quando si arriva al concorso;
  4. stipendi molto bassi in Italia rispetto ai paesi europei (media mensile sui 3.500-5.000) e nei Paesi del Golfo (media mensile 15.000 e pagate tutte le spese);
  5. muri burocratici e lunghi rispetto agli altri paesi europei e arabi (circa 2 anni per il riconoscimento dei titoli esteri, compreso la lingua italiana e tirocinio);
  6. obbligo di cittadinanza per poter sostenere concorsi da parte dei professionisti della sanità di origine straniera;
  7. il costo economico e psicologico di una medicina difensiva sempre più mordente;
  8. pagamento prestazione ai medici specialisti in base al pagamento delle assicurazioni;
  9. il costo alto delle assicurazioni per responsabilità professionale e per l’aggiornamento professionale Ecm;
  10. non si esce dal tunnel del precariato e le regioni commissariate;
  11. crisi economica e tagli alla sanità negli ultimi anni;
  12. turni massacranti per i medici, che lavorano senza tranquillità e serenità;
  13. eccesso di burocrazia nella professione medica;
  14. spot mediatici ‘anti-medici’;
  15. eccesso di aggressioni nei confronti dei medici.

Invitiamo tutti ad aderire al nostro manifesto per combattere il precariato, sottopaga, stress, sfruttamento del lavoro, fuga dei cervelli, guerra tra poveri per tutelare il diritto alla salute, il SSN, la collaborazione interprofessionale, la fiducia tra medici e pazienti, i servizi erogati sia nel pubblico e privato che devono essere rispettati nello stesso modo e in base alla qualità e non la quantità, conclude Aodi, ringraziando la Fnomceo, l’Omceo di Roma, Ordini dei Medici e Albi professionali per il loro appoggio e sostegno a tutte le nostre battaglie per l’interesse comune e per trovare soluzioni congiunte per i 50mila medici che serviranno entro il 2025 secondo le nostre stime e statistiche sia nel pubblico che nel privato.

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