Genova, 20 settembre 2023 – Domani, giovedì 21 settembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale dell’Alzheimer, malattia che fa parte dei disturbi neuro cognitivi, più comunemente conosciuti come demenze.
Le demenze sono patologie caratterizzate da uno o più deficit delle funzioni cognitive: perdita di memoria, disturbi dell’attenzione, disturbi dell’orientamento spazio-temporale, disturbi del comportamento come apatia, aggressività. La stima dell’Istituto Superiore di Sanità parla di 37-38.000 persone affette da demenza. La forma più comune di demenza è l’Alzheimer, una patologia neurodegenerativa a decorso cronico e progressivo che rappresenta circa il 50% di tutte le forme di demenza.
“Siamo consapevoli che affrontare queste patologie – afferma Angelo Gratarola, assessore alla sanità di Regione Liguria – rappresenta qualcosa di estremamente complicato, sia per le persone che sono affette dalla malattia, sia per i familiari che devono prendersi cura del malato, assistendolo. La prevenzione, attraverso il coinvolgimento del paziente, sia in attività fisiche e soprattutto in quelle finalizzate a tenere in esercizio le capacità cognitive, rappresenta uno degli strumenti più importanti per affrontare la malattia. I progetti regionali in questo ambito stanno diventando sempre più strutturali e hanno l’obiettivo di contrastare l’evolvere dei disturbi neuro cognitivi”.
“Nel piano sociosanitario regionale – aggiunge Filippo Ansaldi, Direttore Generale di Alisa – è previsto il cosiddetto ‘modello di cura globale’. Si tratta della creazione di punti fisici dove il paziente e il suo caregiver trovano tutte le risposte di cui hanno bisogno e che variano nel tempo, in base all’evoluzione della malattia: l’obiettivo è avere delle strutture centralizzate dove si trovano gli ambulatori, centri diurni, centri per il ricovero, gli spazi per il confronto tra i caregiver e il punto informativo e di disbrigo pratiche di tipo sanitario, amministrativo, legale e previdenziale”.
“La presa in carico da parte del sistema sanitario – spiega Ernesto Palummeri, coordinatore della Rete regionale demenze – riguarda non soltanto i pazienti, ma anche i Caregiver, cioè coloro che si prendono cura delle persone affette da demenza. Il caregiver è una figura fondamentale e rappresenta di fatto una terapia per il malato, è un punto di riferimento, può essere un vettore degli interventi psicosociali che vengono proposti. A sua volta il caregiver ha bisogno di essere assistito e curato, perché assistere per un tempo che si avvicina alle 24 ore al giorno una persona affetta da disturbo neuro cognitivo costituisce un carico molto elevato sia da un punto di vista fisico che da quello psicologico”.
“Sappiamo – aggiunge Palummeri – che una cura per le demenze, intesa come intervento risolutivo farmacologico, non esiste, ma ci sono studi su alcuni anticorpi che promettono di intervenire sulle forme iniziali del disturbo neuro cognitivo. Accanto a questi, ci sono però interventi che stimolano la cognitività, attraverso esercizi e attività che hanno l’obiettivo di rallentare il decorso della malattia: la musicoterapia è tra quelle più efficaci; altri tentativi sono in corso con l’arteterapia e la pet therapy. E poi ci sono azioni come l’incremento dell’attività fisica che si ritiene possano essere d’aiuto per contrastare l’evolvere della patologia. Questi interventi, come previsto dal progetto nazionale del Fondo Demenze, sono stati implementati dalla Liguria: si tratta di interventi di stimolazione cognitiva e di attività fisica che possono rappresentare una risposta per rallentare l’evoluzione della malattia”.
La rete assistenziale per le persone affette da demenza e per i loro caregiver è attualmente operativa in Liguria attraverso i cosiddetti CDCD (centri per i disturbi cognitivi e le demenze). In Liguria ne esiste uno per ogni ASL, ad eccezione dell’azienda sanitaria locale genovese dove sono tre: quello del ponente gestito da ASL3, uno nella sede dell’Ospedale San Martino, uno nella sede del Galliera. Il CDCD è il punto dove il paziente viene inviato dal medico di medicina generale quando esiste il sospetto un possibile caso di demenza. Una volta che la diagnosi è stata effettuata, segue l’iter terapeutico attraverso un trattamento farmacologico e con eventuali altri trattamenti.