Roma, 21 settembre 2023 – Saranno disponibili anche nel nostro Paese, entro due anni, i nuovi farmaci per combattere l’Alzheimer – di cui oggi si celebra la giornata mondiale. Lo ha detto il Presidente della Rete IRCCS delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione del Ministero della Salute, Raffaele Lodi, il quale ha spiegato che “non tutti i pazienti potranno utilizzarli poiché essi aggrediscono la malattia nella sua forma più iniziale, ossia paucisintomatica o, addirittura, presintomatica”.
Lodi ha spiegato che “la Rete, in questi anni, ha lavorato per condividere e applicare quotidianamente i migliori protocolli clinici neuropsicologici di diagnostica strumentale e di laboratorio per caratterizzare al meglio i pazienti e individuare quindi, nelle fasi più precoci dell’Alzheimer, su tutto il territorio nazionale coloro i quali beneficeranno maggiormente dei nuovi presidi terapeutici”.
Lodi ha parlato anche di numeri altissimi e in crescita tenuto conto che l’incidenza è legata all’età in un Paese, come l’Italia che è il più vecchio del mondo assieme al Giappone.
La Rete, con l’Istituto Virtuale Nazionale (IVN) Demenze coordinato da Fabrizio Tagliavini, past-president della RIN, è particolarmente impegnata su questo versante come ricordato poche settimane fa dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, il quale, in occasione di un incontro promosso dal gruppo Interparlamentare presieduto da Beatrice Lorenzin e Annarita Patriarca aveva parlato di “ruolo importante del network nella ricerca sull’Alzheimer mirato alla comprensione dei meccanismi della malattia, finalizzati allo sviluppo di trattamenti efficaci e, anche, al miglioramento della qualità della vita dei pazienti grazie al progresso della ricerca”.
Tagliavini, che coordina le attività dei 19 IRCCS dell’IVN Demenze volte all’armonizzazione delle procedure e dei protocolli di studio per offrire ai pazienti gli stessi standard e le stesse opportunità su tutto il territorio nazionale, sottolinea che il lavoro attuale dell’IVN Demenze è focalizzato sui biomarcatori per la diagnosi precoce, in previsione dei trattamenti farmacologici “disease modifying” che saranno disponibili nel prossimo futuro di cui ha parlato Lodi.