Alzheimer, 10 psicologi AIMA offrono colloqui gratuiti in streaming

Milano, 16 settembre 2022 – “Abbiamo bisogno di gente qualificata che ci aiuti. Io assisto da due anni mia suocera che ha la demenza senile e non ce la faccio più.” Questa una delle 10mila richieste di aiuto che giungono ogni anno dai caregiver alla Linea Verde di AIMA – Associazione Italiana Malattia di Alzheimer che in occasione della Giornata Mondiale Alzheimer del 21 settembre potenzierà il servizio. Una squadra di 10 psicologi sarà a disposizione per offrire colloqui gratuiti ai caregiver e alle famiglie dei pazienti colpiti dalla malattia di Alzheimer e da altre demenze degenerative.

I colloqui gratuiti si svolgeranno in streaming dalle 9 alle 21 e avranno una durata di 45 minuti. Da oggi fino a martedì 20 settembre è possibile prenotare gli appuntamenti con gli psicologi chiamando la Linea Verde Alzheimer al numero 800 679 679 o scrivendo una mail a aima@aimanazionale.it, indicando l’orario in cui si desidera svolgere l’incontro e la località nella quale si vive.

Durante la giornata sarà inoltre attiva la Linea Verde Alzheimer di AIMA 800 679 679 che per l’occasione sarà potenziata e raccoglierà le chiamate dalle 9 alle 21. Il servizio è totalmente gratuito, garantisce il completo anonimato e attraverso operatori qualificati e competenti offre supporto psicologico, informazioni di carattere medico, chiarimenti legali e consigli per la cura quotidiana. Aperta nel 1997, la Linea Verde ha raccolto fino a oggi più di 200mila chiamate e risponde ogni anno a 10mila telefonate per una media di 600 ore di conversazione.

In Italia si stima che i nuovi casi di demenza siano circa 150mila ogni anno: poiché la malattia di Alzheimer costituisce almeno il 60% di tutte le forme di demenza, i nuovi malati in Italia sono 70mila ogni anno. Attualmente sono circa 600mila e per quasi tutta la durata della malattia sono curati a casa.

Secondo una ricerca realizzata da AIMA e Censis nel 2016, il costo medio annuo per paziente stimato, comprensivo dei costi diretti e indiretti, è di oltre 70mila euro e la maggior parte è a carico delle famiglie. La storia di Paola, quarta di sei figli, che si occupa della madre malata, racconta proprio questo problema: “È proprio vero che una mamma alleva dieci figli, ma dieci figli non mantengono una mamma. Noi siamo sei fratelli, ma gli unici ad occuparci di lei siamo io e un fratello. Cara grazia se gli altri ogni tanto ci danno un po’ di soldi ora che è ricoverata in RSA”.

La prognosi media della malattia di Alzheimer è di 12 anni e le persone coinvolte nell’assistenza sono 3 milioni, soprattutto donne. L’esperienza di Giustina spiega quanto il peso della malattia sulle donne sia ingente: “Mia madre si è ammalata all’età di 75 anni. Dopo quattro anni, non era più in grado di stare a casa da sola. Andavo da lei di giorno, poi anche la notte lasciando i miei figli adolescenti. Poi non riuscivo più a gestire le due case per cui siamo stati tutti insieme con la mamma, passando tutto il calvario della sua malattia, le notti insonni. Quest’anno è stata male e ho dovuto trasferirla in una residenza definitiva”.

“All’interno delle famiglie dei malati si consumano veri e propri drammi ai quali il nostro sistema di welfare non riesce ancora a dare risposte soddisfacenti – ha dichiarato Patrizia Spadin, fondatrice e presidente di AIMA. Abbiamo la necessità di una strategia nazionale che consenta di affrontare la malattia, soprattutto perché lo scenario è destinato ad aggravarsi nei prossimi anni anche a causa del processo di invecchiamento della popolazione italiana. Per questo AIMA e Società Italiana di Neurologia (SIN) hanno elaborato il documento ‘7 buoni motivi e 7 buone proposte per non dimenticare l’Alzheimer’”, ha concluso Patrizia Spadin.

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