Catania, 29 settembre 2016 – Si è svolto questa mattina in Questura a Catania, alla presenza del Questore Marcello Cardona e del Capo di Gabinetto Salvatore Fazzino, l’incontro con le organizzazioni sindacali Fsi-Cni, Coordinamento Nazionale Infermieri della Federazione Sindacati Indipendenti rappresentato da Calogero Coniglio e l’ANAAO sindacato dei medici rappresentato da Elisabetta Lombardo.
Durante l’incontro si è discusso in merito alle aggressioni, ormai molto frequenti, subite dal personale medico, infermieristico e sanitario in genere. Solo nell’ultima settimana, infatti, si sono verificati altri due episodi di aggressione. L’ultimo ieri presso l’ospedale Vittorio Emanuele dove un paziente e la sua famiglia hanno assalito la specialista a causa dei lunghi tempi d’attesa nel trasporto per una radiografia.
I dirigenti sindacali, hanno colto l’occasione dell’incontro di oggi in Questura per discutere delle varie problematiche di sicurezza dei luoghi di lavoro nelle aziende sanitarie, denunciando il notevole rischio per l’incolumità fisica e psicologica di medici, infermieri, tecnici, ausiliari.
“Durante l’incontro – dichiarano i sindacalisti – il Questore ha dichiarato di essere d’accordo con noi in merito alla considerazione che la sicurezza negli ospedali deve essere affrontata in una coesione tra infermieri, medici, dirigenti, ausiliari e forze dell’ordine. Pur avendo predisposto utilissimi strumenti per fronteggiare situazioni di pericolo nell’ambito del pronto soccorso, si è ritenuto in modo drastico di organizzare un incontro tra gli operatori per poter migliorare le condizioni di lavoro del personale medico e non medico”.
Il Questore ha inoltre ribadito che i posti di polizia negli ospedali in Italia hanno per legge solo funzioni amministrative, non sono dei commissariati all’interno degli ospedali. Ma un poliziotto in divisa di fronte ad un’aggressione è obbligato ad intervenire. Il Questore ha, pertanto, disposto con effetto immediato contatti diretti tra i commissariati competenti per territorio ed il personale sanitario.
“Il percorso di collaborazione della Fsi con il Questore – dichiara Coniglio – è iniziato il 15 maggio 2015 con la firma e l’attivazione del protocollo d’intesa tra Questura e i pronti soccorsi etnei e oggi continua. C’è la disponibilità delle parti a monitorare l’efficacia delle misure che saranno messe in campo. La denuncia e l’incontro con il Questore di Catania nel 2015, portarono ad un risultato: riuscimmo a far raddoppiare la sorveglianza nel pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania dove divennero operativi due vigilantes in più, uno armato all’esterno e uno disarmato dentro”.
Grazie a quell’incontro l’Asp, il Policlinico-Vittorio Emanuele, il Garibaldi e il Cannizzaro di Catania siglarono una convenzione con la questura di Catania che permise di agire in maniera più efficace nel caso di reati o aggressioni. Un collegamento telefonico diretto ed esclusivo tra la polizia e i pronto soccorso della provincia di Catania, chiamato Punto a Punto, strumento ancora poco utilizzato”.
“Il nostro sindacato – dichiara Coniglio, segretario territoriale e Coordinatore Nazionale della Fsi – ha denunciato più volte questa situazione ed incontrare oggi nuovamente il Questore è un segnale di attenzione ma non è l’unica soluzione per prevenire le aggressioni. Altro problema è, infatti, la carenza di personale sanitario: quello attuale in servizio negli ospedali siciliani è allo stremo”.
“La nostra organizzazione sindacale in relazione alla aggressioni ospedaliere e alla carenza infermieristica – continua Coniglio – e del personale delle 22 professioni sanitarie, è da 5 anni che lotta. Ha esposto il fenomeno dell’aumento delle aggressioni ospedaliere e la carenza di personale nelle denunce presentate alle 9 Procure siciliane, alle Prefetture, ai sindaci, ha presentato sulle aggressioni e la carenza di personale, quest’ultima anche causa di lunghe lista d’attesa che alimentano le aggressioni, 2 interrogazioni parlamentari alla Camera e al Senato ai Ministri Lorenzin e Alfano, e in audizione in VI commissione regionale sanità all’ARS alla presenza dell’On. Di Giacomo”.
“La Fsi e l’Anaao – dichiarano Coniglio e Lombardo – rimangono così in attesa anche di un riscontro urgente da parte del direttore generale, che è il primo responsabile della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro dei dipendenti. Alla direzione chiediamo di garantire maggiore sicurezza sia rafforzando il personale di vigilanza privata sia impiegando ulteriori strumenti tecnici ed organizzativi in grado di concorrere ad abbassare il livello di vulnerabilità del pronto soccorso. Ed al Prefetto affinché si faccia portavoce nei confronti del Ministro dell’Interno per sanare questa emergenza, prima che possa accadere il peggio”.
“È una situazione penosa e preoccupante – afferma Calogero Coniglio – i pronto soccorso sono diventati un’odissea per gli operatori sanitari e per i pazienti, che sostano anche 3 giorni prima di trovare un posto letto, ed è fisiologico che sale la tensione dei cittadini, se le strutture non sono più sufficienti a soddisfare l’assistenza sanitaria si aprano gli ospedali completati da anni anziché lasciarli ai vandali e all’incuria. Una vera assistenza sul territorio alleggerirebbe i carichi di lavoro dei pronto soccorso. Le responsabilità di questo disastro sono da imputarsi esclusivamente alla classe politica che ha mal gestito la salute pubblica in questi anni, costringendo ancora oggi centinaia di pazienti a cercare assistenza in altre Regioni. Adesso basta chiacchiere e slogan politici. Non bastano solo le forze dell’ordine, l’ospedale non deve essere un campo da guerra, ma è necessario diminuire le attese dei pazienti nei pronto soccorsi, migliorando l’organizzazione da parte delle amministrazioni e soprattutto provvedendo all’assunzione immediata di personale da parte della Regione”.
fonte: ufficio stampa