Alluce valgo: dall’ereditarietà ai tacchi alti, anche la gravidanza può influire

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Dott. Andrea Bianchi

Milano, 7 settembre 2017 – Come dimostrato da recenti statistiche, l’alluce valgo è una patologia piuttosto diffusa in Italia; nel nostro paese ne soffre infatti una persona su cinque. Colpite in maniera di gran lunga maggiore sono poi le donne, ben otto volte di più rispetto agli uomini. Le ragioni sono molteplici e vanno dalla familiarità ed ereditarietà all’utilizzo di scarpe inadeguate, come i tacchi alti.

“Un altro fattore prognostico negativo tipicamente femminile, non sempre conosciuto e che spesso si tende a trascurare, è la gravidanza”, spiega Andrea Bianchi, chirurgo ortopedico del gruppo PBS (Percutaneous Bianchi System) specializzato in patologie del piede.

“Nel corso della gestazione infatti la donna va incontro ad un aumento di peso consistente oltre che a disfunzioni ormonali e a una tendenza ad assumere una postura errata – prosegue Bianchi – Tutti questi elementi contribuiscono ad un aumento di carico sulle dita del piede, cosa che potrebbe portare alla comparsa o ad un peggioramento della patologia già esistente”.

Niente paura, prevenire o contenere è possibile: specialmente in gravidanza utilizzate scarpe comode, preferibilmente con un tacco di 2 cm, che permette un’adeguata distribuzione del peso. Mantenere una postura corretta nella camminata è fondamentale, così come l’utilizzo di plantari.

Terminata la gravidanza e il periodo di allattamento, nel caso in cui il dolore diventi persistente e non più tollerabile è allora possibile ricorrere a tecniche mininvasive, come PBS (Percutaneous Bianchi System), che permette di intervenire in anestesia locale, senza l’inserimento di viti o chiodi, e di recuperare in breve tempo la funzionalità del piede con carico immediato, consentendo così alle neomamme di tornare con rapidità alla vita quotidiana.

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