La patologia dell’alluce valgo richiede tecniche moderne e capacità chirurgiche adeguate. L’Ospedale Miulli contrasta la mobilità passiva e risponde all’esodo extra-regionale – che è causa di passività per la Regione Puglia di circa 2.5 Milioni di euro – potenziando il Centro di Chirurgia del Piede. Spiega il dott. Nicola Tartaglia, Responsabile dell’Unità Semplice Dipartimentale di Traumatologia: “La tecnica mininvasiva percutanea, da anni praticata al Miulli, risulta assolutamente efficace e prevede interventi di breve durata in anestesia locale, ridotto dolore post-intervento, deambulazione immediata e una brevissima permanenza in ospedale”
Bari, 14 maggio 2022 – Fra le patologie del piede, l’alluce valgo è senza dubbio la più diffusa deformità, infatti il suo carattere endemico interessa oltre 900 pazienti all’anno e incide sulla spesa della Regione Puglia con circa 2.5 milioni di euro di mobilità passiva.
L’alluce valgo è una deformazione dell’articolazione del primo raggio del piede, a causa della quale l’alluce devia verso le altre dita in valgo e rotazione. Provoca dolore, arrossamento, infiammazioni e rende difficile camminare e calzare le scarpe.
La soluzione chirurgica con la tecnica mininvasiva percutanea è moderna ed efficace. La perizia nell’esecuzione dell’intervento chirurgico e un corretto follow-up sul paziente permettono un’efficace correzione e risoluzione del problema, proprio come avviene da anni presso l’Ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti per la chirurgia del piede praticata dal dott. Nicola Tartaglia, Responsabile dell’Unità Semplice Dipartimentale di Traumatologia.
La tecnica chirurgica mininvasiva percutanea avviene in anestesia locale del solo alluce e si esegue attraverso una piccola incisione di 2 millimetri della cute. Sotto il controllo di uno strumento radiologico, una mini-fresa elimina la sporgenza ossea, che viene polverizzata, e taglia con precisione il metatarso, che viene corretto nella giusta posizione. Alla fine dell’intervento un bendaggio funzionale semirigido mantiene la correzione ottenuta.
Il vantaggio di tale procedura deriva dalla sua bassa invasività chirurgica: l’intervento avviene senza tagli in un distretto delicato, spesso già sede di patologie concomitanti come l’artrosi. Ciò riduce le complicanze post-operatorie note agli interventi di chirurgia aperta come infezioni, rigidità articolare e necrosi ossea. La correzione avviene senza l’ausilio di mezzi di sintesi metallici (fili, viti, staffe) ma si affida al solo bendaggio funzionale post-operatorio. Nel frattempo il paziente è libero di deambulare mantenendo un discreto livello di autonomia quotidiana.
L’intervento è più confortevole rispetto agli interventi convenzionali per la modalità di esecuzione in anestesia locale, breve durata (10-15 minuti), dolore post-intervento ridotto, ripresa alla deambulazione concessa nell’immediato post-operatorio.
Questo consente anche al paziente di eseguire tale procedura in regime di Day-Service, con una brevissima permanenza in ospedale di poche ore prima del suo ritorno a casa. Tale tecnica mini-invasiva è applicata anche alle altre deformità del piede: dito a martello, dita ad artiglio, metatarsalgia (dolore sotto l’avampiede), fascite plantare (con sperone calcaneare) e tendinopatia achillea.
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