L’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica ha lanciato l’allarme contro il boom dei test per le intolleranze e le allergie alimentari privi di alcuna validità scientifica durante il XXII Congresso Nazionale a Vicenza
Vicenza, 25 ottobre 2016 – “I test diagnostici di intolleranza o allergia alimentare pubblicizzati da fonti non scientifiche per il trattamento del sovrappeso e dell’obesità sono privi di qualsiasi validità”. È l’allarme lanciato dall’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica – ADI, che da Vicenza, in occasione del XXII Congresso nazionale conclusosi lo scorso sabato, ha dichiarato come questi test “non solo determinano un rischio nutrizionale per la salute, ma disorientano i pazienti che hanno realmente bisogno di perdere peso e che alla fine si ritrovano solo con le tasche alleggerite”.
L’obiettivo del dibattito sollevato da ADI durante una sessione del congresso dedicata all’analisi delle connessioni tra allergie/intolleranze alimentari e sovrappeso/obesità è quello di denunciare l’utilizzo di test diagnostici privi di ogni fondamento scientifico e individuare i percorsi diagnostici accreditati con i relativi interventi terapeutici a beneficio della salute dei pazienti.
“L’ampio interesse cresciuto negli ultimi anni verso i test diagnostici eseguiti su disparati campioni biologici come sangue, saliva, capelli ha generato molta confusione nella popolazione – commentano gli esperti ADI – L’utilizzo inappropriato di questi test aumenta non solo la probabilità di falsi positivi, ma genera inutili restrizioni dietetiche e una ridotta qualità di vita. Le diete che escludono determinati alimenti, se non adeguatamente gestite e monitorate da un professionista sanitario competente, possono comportare un rischio nutrizionale non trascurabile, pericoloso per lo stato di salute e nei bambini, addirittura una scarsa crescita e malnutrizione”.
“L’aspetto più preoccupante è che l’auto-somministrazione di ‘diete di esclusione’ è un fenomeno in forte crescita soprattutto in età pediatrica – spiegano gli esperti – Questo perché i genitori, molto spesso, presi dall’ansia si affidano a test non validi eliminando determinati alimenti dalla dieta del bambino senza affidarsi a un esperto del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Ricordiamo che la diffusione delle diverse intolleranze alimentari è legata in gran parte alle abitudini di vita. Non a caso in Italia le reazioni più diffuse sono quelle legate al latte, al grano, l’uovo e la soia”.
Nel corso del congresso gli esperti ADI, hanno, inoltre, tenuto oltre 100 relazioni e simposi interassociativi e internazionali su tematiche di forte attualità come l’obesità, il diabete mellito, la sensibilità al glutine, la malnutrizione, la nutrizione artificiale e i Disturbi del Comportamento Alimentare.
Fra le relazioni di taglio internazionale quella dedicata al ruolo del microbiota intestinale nella malattia celiaca tenuta da Alessio Fasano, direttore del Center for Celiac Research del Massachusetts General Hospital nonché massimo studioso mondiale degli effetti del glutine sul corpo umano.
Tante anche le curiosità legate al mondo della nutrizione come la relazione dedicata alle interazioni tra sonno, stress e metabolismo della dott.ssa Carolina Lombardi che ha spiegato come “dormire male” compromette non solo il funzionamento dell’organismo in generale, ma aumenta anche il rischio di sviluppare patologie metaboliche.
fonte: ufficio stampa