Allarme patologie dermatologiche da indumenti d’importazione. La Ue risponde a Pedicini

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On. Piernicola Pedicini

Bruxelles, 6 giugno 2017 – A seguito di un’interrogazione presentata dell’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini, la Commissione Ue (https://www.insalutenews.it/in-salute/tessuti-e-sostanze-nocive-molti-indumenti-dimportazione-provocano-patologie-dermatologiche/) ha fatto sapere che si sta occupando dei problemi alla salute che vengono provocati ai cittadini che indossano capi di abbigliamento di importazione non europea realizzati con tessuti in cui sono presenti sostanze chimiche nocive e tossiche.

Nella risposta fornita all’europarlamentare pentastellato, l’organismo esecutivo della Ue ha evidenziato che “sta attualmente preparando una serie di restrizioni su diverse sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche presenti negli articoli tessili e di abbigliamento destinati ai consumatori. Inoltre – ha aggiunto – la Commissione è a conoscenza delle conclusioni tratte da vari studi condotti a livello degli Stati europei sulle sostanze allergeniche e sui prodotti tessili finiti, in particolare dello studio dell’Associazione italiana tessile e salute.

Il diritto dell’Ue – ha spiegato la Commissione nella risposta all’interrogazione – impone che tutti i prodotti di consumo immessi in commercio siano conformi ai requisiti di sicurezza applicabili. Quando le autorità degli Stati Ue riscontrano un’inadempienza, si adottano i provvedimenti necessari per ritirare dal mercato i prodotti pericolosi.

Ai sensi del regolamento Ue Reach – ha aggiunto – la Commissione o gli Stati membri possono proporre una restrizione sulla fabbricazione, sulla commercializzazione o sull’impiego di sostanze che rappresentano un rischio per la salute umana o per l’ambiente.

Per quanto riguarda la sensibilizzazione dei cittadini – ha sottolineato la Commissione – l’incertezza circa i livelli di concentrazione delle sostanze chimiche sensibilizzanti e irritanti nei prodotti tessili finiti, rende difficile fornire ai consumatori informazioni accurate e pertinenti sui rischi.

Infine – ha specificato – lo studio sul possibile nesso causale tra le allergie e le sostanze o i composti chimici usati nei prodotti tessili, eseguito ai sensi del regolamento Ue, non è stato ancora in grado di trarre una conclusione sull’esistenza o meno di un collegamento tra le reazioni allergiche e le sostanze chimiche che si utilizzano e rimangono nei prodotti tessili finiti”.

Da precisare che i quesiti posti dall’eurodeputato Pedicini, riguardavano in modo particolare le patologie dermatologiche provocate alle persone dai capi di abbigliamento venduti in Italia e nei Paesi Ue, ma prodotti in Cina, Vietnam e Arabia Saudita.

fonte: ufficio stampa

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