L’alcol è tra i fattori che predispongono al carcinoma della gola, dello stomaco e del fegato. Il cancro-cirrosi degli alcolisti è un evento relativamente frequente e quasi sempre fatale
Isacco di Sivo, monaco e mistico della Chiesa proto-cristiana scrive: “… È più grande chi vede il proprio peccato di chi vede gli angeli”. L’evangelista Giovanni scrive che nell’ingresso del regno dei cieli gli scribi e i farisei saranno sorpassati dalle prostitute e dai pubblicani in quanto i primi hanno visto il loro peccato, gli altri invece, certi di essere già in paradiso, non hanno visto nulla, neanche la loro enorme presunzione.
Spesso quando incontro gli amici del gruppo mi piace raccontare la “favola” di San Francesco e il lupo. La lettura che faccio della parabola è originale e in qualche modo vicina a quella della ortodossia cattolica. Solo un “grande peccatore” come San Francesco, che in gioventù è stato violento e dedito a stravizi come alcol, gioco e donne, poteva incontrare il lupo con uno sguardo carico d’amore. Uno sguardo che poteva nascere solo dalla consapevolezza che una vita senza peccato è impossibile, mentre è possibile riconoscere i propri errori e le proprie colpe.
Non dobbiamo vedere gli alcolisti con sguardo sprezzante e severo, ma con quell’umanità che nasce dalla coscienza che la vita con la sua complessità spesso ci spinge all’errore. Solo quando si tocca con mano la profondità del “peccato” è possibile comprendere e accogliere l’altro quando sbaglia.
Tutto questo per spiegare che per me condividere una parte della settimana con ex alcolisti e tossici è una esperienza forte, emozionante, vera, autentica.
Voglio affrontare il tema dei pazienti affetti da tumore, ricordando che l’alcol è tra i fattori che predispongono al carcinoma della gola, dello stomaco e del fegato. Il cancro-cirrosi degli alcolisti è un evento relativamente frequente e quasi sempre fatale. Pochi sanno che il tumore al fegato su cirrosi alcolica, anche in fase avanzata, se non è complicato da una epatite cronica HCV o HBV, in caso di completa sobrietà consente una lunga sopravvivenza senza sintomi. Il cancro-cirrosi non tende a metastatizzare e se i noduli non superano i 5 cm di diametro possono essere trattati con alcolizzazione o chemioterapia ecoguidata. Addirittura in alcuni casi è possibile anche il trapianto. Ovviamente solo una persona sobria può avere la lucidità necessaria per sottoporsi ad esami e trattamenti così complessi.
La testimonianza che segue è stata scritta da un caro amico che purtroppo non c’è più. Anche se il cancro non lo ha risparmiato, va detto che ha convissuto serenamente con questa grave patologia per diversi anni. La sua sobrietà gli ha consentito di riallacciare un valido legame con la famiglia, di continuare a lavorare, di vedere il matrimonio della figlia e di vivere serenamente, accanto ad una famiglia meravigliosa. Ha resistito sette anni senza gravi problemi e ha potuto mettere ordine nella sua vita.
Ciò è stato possibile perché ha incontrato medici onesti che gli hanno saputo spiegare senza omissioni o reticenze la gravità della patologia.
La verità innesca sempre dinamiche virtuose. In una favola, il Maestro zen conclude il suo discorso affermando “le parole belle sono quasi sempre false, le parole dure sono quasi sempre vere”.
LA TESTIMONIANZA
Francesco voleva ritrovare la gioia di vivere…
Mi presento. Il mio nome è Francesco. Questa è la terza riunione del gruppo per alcolisti a cui partecipo insieme a mia moglie. Ho tre figli piccoli e la grande paura di non riuscire a vederli grandi. Soffro infatti per una cirrosi epatica complicata con carcinoma. I medici la chiamano cancro-cirrosi. Sono stato dappertutto. All’ospedale civile di Benevento mi fanno i controlli medici. Sono stato al Cardarelli di Napoli per tentare l’asportazione. Sono andato al Pascale per la chemioembolizzazione del nodulo dal dott. Fiore. Qui mi hanno detto che avendo superato i 5 cm è intrattabile. A Roma ho chiesto per un trapianto di fegato ma mi hanno risposto che non è possibile e che comunque essendo un alcolizzato non sarei neanche iscritto nell’elenco. Mi sembra di avere tutte le complicanze: le varici esofagee, la milza ingrandita, l’anemia, l’ascite, l’ittero.
Per smettere mi sono ricoverato in clinica. Complessivamente per oltre sei mesi tra Villa Silvia a Senigallia (AN) e Villa dei pini di Avellino dove vivono parecchi malati di mente.
Almeno adesso ho smesso di bere. Sono contento di aver chiuso con l’alcol. Inizio a rendermi conto di aver fatto soffrire molto la mia famiglia. L’alcol ti rende egoista e ti spinge a fare cose sbagliate.
Sul lavoro ero aggressivo mentre in famiglia i litigi e le incomprensioni con mia moglie erano frequenti. Le conseguenze spesso le pagavano i miei figli che soffrivano in silenzio.
Adesso che sono uscito da questo tunnel le cose procedono molto bene. Voglio augurare al mio amico Carmine, che spesso è ricaduto in questo brutto vizio, di ricoverarsi anche lui e di prendere le medicine che il dottore ci segna. Spero che anche lui lasci quel maledetto bicchiere. Può farcela, anche se la sua signora è molto stanca e avvilita.
Io comunque sarò sempre qui insieme a voi perché mi sento capito.
Non esiste paragone da come eravamo e da come siamo ora.
Adesso posso definirmi un vero uomo e avendo il vostro affetto e la vostra stima penso di guardare al futuro con speranza. Dobbiamo vincere e ritrovare la gioia di vivere. Voglio andare avanti e guarire. Saluti a tutti.
[N.d.D.] Francesco oggi non c’è più. Francesco voleva vincere la sua malattia, voleva ritrovare la gioia di vivere, voleva andare avanti e guarire, ma non ce l’ha fatta, il cancro non lo ha risparmiato. Spero che la sua storia sia di monito soprattutto ai giovani, che purtroppo fanno sempre più uso di alcol senza rendersi conto dei danni che esso provoca