Pisa, 20 maggio 2016 – I piccoli degenti della Pediatria del Santa Chiara potranno trascorrere ore liete in compagnia degli amici a quattro zampe e dimenticare così di trovarsi in ospedale. Parte infatti la sperimentazione della pet-therapy con l’associazione sportivo dilettantistica “Dobredog” che si occuperà di accompagnare i cani in reparto e assistere, con istruttori appositamente formati, a questi momenti ludici di socializzazione e gioco fra bambini e animali. La pet-therapy è una realtà utilizzata sempre più spesso in svariati ambiti e, in quello ospedaliero-riabilitativo, rappresenta un vero e proprio ausilio alle terapie dal momento che è scientificamente dimostrato che i benefici generati da incontri di questo tipo offrono ai degenti un diverso modo di percepire l’ospedalizzazione.
La compagnia del cane, infatti, inserito anche in realtà solo ambulatoriali, diminuisce la produzione di cortisolo, rallenta la frequenza cardiaca e diminuisce la pressione arteriosa delle persone che ne entrano a contatto. Gli animali trasmettono infatti calore e affetto e l’idea di utilizzarli per migliorare la qualità della convalescenza è scaturita proprio dall’osservazione degli effetti benefici derivanti dall’interazione tra persone malate e la presenza di un animale.
A coniare il termine pet-therapy fu lo psichiatra infantile Boris Levinson che, nel 1953, durante una seduta con un bambino autistico, notò che la presenza del suo cane migliorava nel bambino la voglia di interagire con il terapeuta, ma anche la voglia giocare con l’animale. Levinson dimostrò che l’affetto di un animale produceva un aumento dell’autostima ed agiva positivamente sul bisogno di amore dei suoi pazienti.
In generale, è stato provato che accarezzare e coccolare il cane suscita un senso di protezione, calore e intimità, riduce la tensione nervosa. Spazzolarne il pelo sviluppa la capacità empatica e l’autostima individuale perché produce la consapevolezza di saper “prendersi cura” degli altri, riconoscendo al contempo il proprio bisogno di essere accuditi. Offrire cibo all’animale sviluppa invece un rapporto di fiducia. Portarlo a passeggio al guinzaglio rimanda a un’immagine di sé come persona competente e autonoma. In sostanza, l’animale diviene catalizzatore di interessi, facilitando l’interazione sociale. Infine, giocarci libera dalle emozioni negative.
Nello specifico, il progetto che parte al Santa Chiara avrà una durata di 4 mesi, sull’esempio dell’esperienza già maturata al Meyer di Firenze, ed è strutturato in modo tale che i piccoli degenti possano incontrare i cani una volta a settimana, per due ore complessive, suddivise in sessioni di 15 minuti, intervallate da 10 minuti di pausa, per gestire i tempi di riposo necessari per il cane.
Tutte le attività sono concordate nei modi e nei tempi, e saranno svolte in stretto accordo con la caposala, gli infermieri, i medici del reparto e la direzione sanitaria, per non interferire o limitare, né sovraccaricare le normali attività del reparto. Gli interventi sono svolti con cani certificati da veterinario comportamentalista (in riferimento alla LR 59 – 26/10/2009, art. 16), accompagnati da operatori qualificati con specifica formazione, che sanno muoversi e garantiscono il monitoraggio del benessere dell’animale prima, durante e al termine delle sedute, in stretta cooperazione con il medico veterinario.
fonte: ufficio stampa