Milano, 8 aprile 2015 – Prende il via la campagna 5xmille 2015 dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, una delle 18 strutture di eccellenza del Gruppo Ospedaliero San Donato. La campagna di quest’anno è volta a sensibilizzare il grande pubblico sull’importanza di contribuire, con un gesto semplice e gratuito, alla crescita della ricerca sanitaria del primo istituto scientifico del Paese.
Il messaggio “Al San Raffaele al centro della ricerca ci sei tu. Sostienila con il tuo 5xmille” invita ad avvicinarsi al mondo della ricerca, per comprendere meglio ciò che sta dietro a provette e vetrini, diventando così protagonisti.
Infatti, nel visual della campagna, al centro, troviamo un vetrino che non contiene una cellula, ma volti sorridenti, perché, al centro della ricerca ci sono le persone e il loro futuro.
L’umanizzazione della medicina è quindi il concetto chiave della campagna.
Questa filosofia è propria del San Raffaele e di tutto il Gruppo Ospedaliero San Donato, la cui attività clinico scientifica ha come fine non solo il recupero della salute, ma il benessere della persona intesa nella sua totalità.
La campagna “Al San Raffaele al centro della ricerca ci sei tu. Sostienila con il tuo 5xmille” è ideata da Studio Lentati mentre la strategia media è sviluppata da Carat. Il messaggio è declinato sui principali mezzi di comunicazione: stampa quotidiana, affissione urbana (metropolitana, tram e alcune piazze milanesi), web e tv con uno spot in versione 30” e 15”, proiettato anche prima degli spettacoli nel circuito The Space dei cinema italiani.
La ricerca dell’Ospedale San Raffaele in breve
Al San Raffaele lavorano 1.683 tra ricercatori, clinici e tecnici in oltre 150 laboratori per trasformare i risultati scientifici in progressi per la medicina.
Nel 2014, tra ricerca di base e ricerca clinica, i medici e ricercatori del San Raffaele hanno pubblicato 1179 studi sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, che hanno consentito di raggiungere un impact factor (IF) totale di 6.726.
Grazie al supporto di moltissimi donatori, queste scoperte hanno potuto raggiungere risultati clinici importanti in diverse aree della ricerca: dalle malattie cardiovascolari, genetiche e neurodegenerative, ai tumori, al diabete fino alle malattie infettive e all’AIDS.
fonte: ufficio stampa