Firenze – Giuseppe Indolfi, Valentina Cetica e Davide Mei: sono i tre talenti under 40 che hanno vinto il premio “Anna Meyer” per giovani ricercatori, bandito dalla Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer ONLUS e consegnato nel corso dell’evento dal titolo emblematico, “La ricerca si fa giovane” che si è svolto oggi nell’Aula Magna. L’iniziativa è uno dei momenti culminanti del progetto di valorizzazione dei giovani professionisti che ha pochi precedenti in Italia ed è peculiare del Meyer, un Ospedale la cui presenza di giovani è significativa. Il Pediatrico di Firenze infatti si colloca tra le aziende a “maggior tasso” di giovani: basta solo pensare che il 10% dei lavoratori dipendenti del Meyer ha un’età inferiore a 30 anni e ben il 36% non supera i 40 anni.
I Premi. In questo contesto il Premio Anna Meyer si colloca proprio con l’obiettivo di evidenziare l’eccellente lavoro scientifico condotto dai giovani talenti. Il bando prevede l’assegnazione di tre premi ad altrettanti ricercatori sotto i 40 anni sulla base delle migliori pubblicazioni, come primo autore, dell’anno in corso. La valutazione dei lavori presentati dai candidati è stata effettuata da un organismo indipendente ed esterno al Meyer: ci riferiamo al Comitato Scientifico Internazionale (CSI), presieduto dal Prof. Lorenzo Moretta (Istituto Gaslini), e composto dal Prof. Alan W. Flake (Ospedale pediatrico di Philadelphia), il Prof. Luigi Daniele Notarangelo (Ospedale pediatrico di Boston) e il Prof. Giuseppe Pantaleo (Università di Losanna), tutti scienziati di rilievo internazionale.
Il primo premio è andato al pediatra Giuseppe Indolfi, dirigente medico ospedaliero che svolge attività clinica continuativa presso l’Unità Operativa di Pediatria Medica e in Epatologia Pediatrica del DAI Pediatria Internistica. Indolfi si impegna in attività di ricerca nell’ambito dell’epatologia pediatrica e in particolar modo delle epatiti infettive. Il suo lavoro pubblicato sulla rivista internazionale “Nature Reviews Immunology” lo ha portato sul podio più alto con questa motivazione del CSI: “È primo autore di una serie di studi importanti che hanno illustrato il meccanismo biologico responsabile della trasmissione materno-fetale di HCV (principale responsabile epatite C, ndr). L’invito a contribuire una review per una rivista molto importante come Nature Reviews Immunology è un riconoscimento dell’importanza dei suoi contributi in questo campo”.
Il secondo premio è stato assegnato a Valentina Cetica, impegnata al’Oncoematologia del Meyer, presso la SODC Tumori Pediatrici e Trapianto di Cellule Staminali. La dr.ssa Cetica si occupa della diagnosi e ricerca nell’ambito della Linfoistiocitosi Emofagocitica Familiare e patologie correlate. Il suo articolo è apparso sul prestigioso “Journal of Allergy and Clinical Immunology”. Motivazione: “Ha dimostrato che una mutazione nel gene RAB27A, che causa un deficit dei meccanismi di citotossicità, può manifestarsi senza un’alterazione della pigmentazione, in un gruppo di pazienti con linfoistiocitosi emofagocitica familiare (HLH o “sindrome di Griscelli”). Questo studio dimostra l’importanza dello screening dei pazienti HLH per RAB27A anche in assenza di difetti di pigmentazione. Il premio è anche un riconoscimento della qualità del suo lavoro svolto negli anni”.
Terzo premio, infine, a Davide Mei, Tecnico di Laboratorio Biomedico che presta servizio al Laboratorio di Neurogenetica, afferente al Dipartimento di Neuroscienze. Mei si occupa di diagnosi e ricerca nell’ambito delle epilessie genetiche e delle malformazioni cerebrali. Il suo studio, pubblicato, sulla rivista “Epilepsia”, gli ha permesso di centrare questo premio bis con la motivazione. “Le mutazioni CDKL5 sono la causa di oltre il 5% dei casi dell’esordio precoce dell’encefalopatia epilettica nei maschi. Questo studio fornisce un nuovo protocollo per ottimizzare la diagnosi di encefalopatia epilettica collegata ai geni nei maschi. Questo premio è anche un riconoscimento della qualità eccezionale delle sue attività di ricerca svolta da Mei nel corso degli anni”.
La ricerca migliora l’assistenza. I riconoscimenti assegnati oggi dimostrano non solo la buona salute della ricerca scientifica svolta al Meyer, ma le rilevanti ricadute sull’attività sanitaria a favore dei piccoli pazienti. Laddove c’è buona ricerca, l’assistenza migliora. A confermarlo sono i dati che per il Meyer sono in costante miglioramento. La complessità dei ricoveri, indice di un’elevata qualità delle cure, ha registrato un ulteriore aumento. A contribuire positivamente a incrementare questo indicatore di eccellenza è stata la casistica chirurgica, il cui peso relativo >2.5 è cresciuto dell’8%. Sempre in tema di complessità, ma guardando all’anno in corso, le proiezioni hanno tutte un segno più: +1,4% rispetto al 2013 e + 2,8% rispetto al 2010. Anche il confronto con le principali realtà pediatriche nazionali (Bambino Gesù e Gaslini) colloca il Meyer al primo posto in termini di complessità della casistica trattata. A testimonianza del fatto che il Meyer rappresenti sempre più un polo di eccellenza nel panorama dell’assistenza pediatrica nazionale, si è assistito ad un continuo incremento dell’attrazione extraregionale: si è raggiunto il 24.7% nel 2014. La quota dei pazienti fuori regione è salita del 11.3%. Numeri che dimostrano come un quarto della casistica di ricovero ordinario del Meyer è rappresentata da pazienti che arrivano da fuori regione. E si tratta di casi complessi.
fonte: ufficio stampa