Roma, 30 novembre 2016 – La bella notizia è che oggi non si muore di AIDS. Questa malattia, che negli anni ’80 era quasi invariabilmente letale, grazie alla ricerca di base e alla clinica ha cambiato completamente volto. La storia delle terapie antiretrovirali (ART) è stata una storia di successo della medicina come poche altre, ma non tutti i problemi sono risolti.
L’infezione si cura ma non si guarisce, e si prevede che nel 2030 oltre l’80% delle persone con HIV più anziane avrà almeno una patologia cronico-degenerativa, rispetto al 19% delle persone HIV-negative ed un quarto di esse avrà tre o più patologie.
“I vari eventi in programma nel nostro Istituto – sottolinea Marta Branca, direttore generale dell’INMI Spallanzani – sono tutti per ribadire la centralità della persona, il suo benessere e delle persone vicine. Molto è stato fatto ma c’è ancora da lavorare per un’informazione capillare e di qualità”.
Il 1 dicembre alla “stanza 13” dello Spallanzani test rapidi dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 19.00. Presentato lo spot curato da Anlaids e girato allo Spallanzani “Svegliati e fai il test” per ribadire l’importanza della diagnosi precoce grazie ad un test anonimo, rapido e gratuito. A seguire due tavole rotonde sul tema della sieropositività e gli aspetti medico-assistenziali ed umanitari oggi e nel futuro per l’HIV. Alle 17.00 la rappresentazione artistico interattiva a cura di Luciano Parisi, Caro amico ti scrivo.
L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive, “L. Spallanzani” rappresenta uno dei maggiori centri clinici in Europa per la diagnosi e la cura dell’Infezione da HIV/AIDS. Assistiamo circa 7.000 persone con infezione da HIV, di cui oltre 6.500 in trattamento antiretrovirale, e ogni anno sono circa 800 i ricoveri in degenza ordinaria per malati affetti da HIV/AIDS mentre oltre 30.000 sono gli accessi ambulatoriali e di Day service per pazienti sieropositivi.
Un lavoro pubblicato di recente “Curare la malattia da HIV: ritorno al paziente?” e firmato dai direttori di epidemiologia clinica e del dipartimento di HIV/AIDS dell’INMI Spallanzani, Enrico Girardi e Andrea Antinori, evidenzia oltre all’attenzione particolare verso la popolazione con HIV che invecchia e presenta patologie concomitanti, l’importanza dell’aderenza alla terapia antiretrovirale che seppur più facile da assumere e meglio tollerata vede in 1 caso su 5 un difetto di aderenza, ed infine l’importanza degli esiti riportati dai pazienti, in pratica una valutazione soggettiva sullo stato di salute, sul benessere, sul livello di qualità di vita.
“Attraverso questionari standardizzati e validati – illustrano gli autori – si affiancano sempre di più, nelle patologie croniche, agli indicatori clinici tradizionali come misure di esito clinico, ed esprimono in maniera efficace il grado di percezione sullo stato di salute e di soddisfazione del paziente in merito alla malattia e alla efficacia della terapia stessa. Sono pertanto sempre più utilizzati nelle ricerca clinica e nella pratica clinico-assistenziale”.
fonte: ufficio stampa