Palermo, 1 agosto 2018 – “Il dilagare delle aggressioni al personale sanitario, sebbene non sia un fenomeno limitato ad oggi, in questo periodo sta toccando livelli impensabili e insostenibili. Oltre ai casi che arrivano ai media ce ne sono tanti altri del tutto misconosciuti che passano sotto totale silenzio. È per questo che come Associazione riteniamo fondamentale denunciare sempre le aggressioni, anche soltanto verbali. Niente può giustificare la violenza nei confronti del personale sanitario che con sacrificio e abnegazione porta avanti il proprio lavoro esercitando un servizio sancito dalla Costituzione”.
Con queste parole, Emanuele Scarpuzza, Presidente AAROI-EMAC Sicilia, commenta la recente Sentenza del Tribunale di Marsala a favore di una Iscritta all’Associazione, Anestesista Rianimatore del Presidio Ospedaliero di Marsala, aggredita verbalmente e fisicamente il 10 Agosto 2015, dopo aver comunicato ai parenti la morte del proprio congiunto.
“Sono passati tre anni e, come sappiamo, la situazione è ulteriormente peggiorata – spiega il Presidente AAROI-EMAC Sicilia – Per questo motivo, come abbiamo fatto allora, anche oggi esortiamo i nostri Iscritti a segnalare qualsiasi episodio di violenza così come fatto dalla Collega che presentò la denuncia-querela proprio su sollecitazione e con l’assistenza dell’Associazione, costituendosi parte civile, non soltanto per essere stata aggredita fisicamente ed offesa sotto il profilo personale, ma soprattutto per il danno professionale e di immagine”.
La Dottoressa, oltre all’aggressione, aveva subito una denuncia per omicidio colposo. Procedimento archiviato con ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Marsala del 23 maggio 2016.
Al contrario, il processo a carico dell’aggressore si è concluso pochi giorni fa con la condanna ad una multa ed al risarcimento dei danni cagionati.
“Occorre mettere in campo tutte le forze per arginare e risolvere il gravissimo fenomeno delle aggressioni contro il personale sanitario – conclude Scarpuzza – Siamo convinti che sia necessario agire sugli utenti con un programma di sensibilizzazione e di recupero del rapporto medico-paziente, ma è altrettanto importante che anche il più piccolo episodio di violenza venga segnalato e correttamente condannato. Ben venga, quindi, la proposta di rendere i Medici in servizio pubblici ufficiali in modo che i procedimenti in caso di aggressione partano d’ufficio”.