Roma, 30 gennaio 2020 – Ieri, alla Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge, approvate dal Senato, recanti “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”, si è tornati a parlare di “Non sono un bersaglio”, la campagna della Croce Rossa Italiana che denuncia le violenze agli operatori sanitari.
In audizione c’era, tra gli altri, per la CRI, il Vicepresidente nazionale Rosario Valastro che ha ricordato ‘Non sono un bersaglio’, la campagna nazionale che – con il sottotitolo ‘la violenza contro gli operatori sanitari deve finire’ – è stata lanciata dalla Croce Rossa Italiana il 10 dicembre 2018, in occasione della Giornata mondiale per i diritti umani.
L’iniziativa ha ricevuto il sostegno da parte della Commissione Europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Salute e si è sviluppata per tutto il 2019, in oltre 100 piazze italiane, dove i Volontari hanno incontrato la cittadinanza informandola sulla tematica, e con un Convegno Internazionale tenutosi a Roma.
Ma ‘Non sono un bersaglio’ è stata anche l’occasione per il lancio di un ‘Osservatorio’ della Croce Rossa Italiana sulle aggressioni subite dai suoi volontari, con l’intento di censire i rischi legati al volontariato durante le attività svolte, evidenziare i contesti di maggior pericolo, fino ad arrivare all’elaborazione di proposte concrete.
A un anno dalla sua istituzione, l’Osservatorio ha ricevuto una media di sette segnalazioni al mese. Gran parte delle aggressioni segnalate sono avvenute durante l’attività di trasporto sanitario e soccorso in ambulanza pari al 71,21%. Inoltre, la Croce Rossa Italiana ha avviato una serie di protocolli d’intesa con associazioni, ordini professionali e aziende che affrontano quotidianamente fenomeni simili.
“Siamo contenti di questa iniziativa legislativa e ben lieti di poterci confrontare con il legislatore, ordini professionali e associazioni per affrontare un tema così importante – ha detto Valastro, aggiungendo che – è disumano colpire chi porta soccorso perché significa annichilire la speranza, la civiltà, il futuro stesso. Con la nostra azione non vogliamo soltanto informare, ma mobilitare le coscienze”.
“Comprendiamo, quindi, il perché della scelta dell’inasprimento delle pene, consapevoli della funzione di deterrenza della norma penale. Ma non possiamo non sottolineare la necessità di richiamare la cittadinanza tutta, sin dalle più giovani età, al rispetto e alla convivenza civile. Per questo, chiediamo che la legge disponga un chiaro sostegno alle azioni di informazione e sensibilizzazione nelle scuole, attraverso i mass media, sui social. In questo senso continueremo con la nostra azione di formazione, poiché quello delle aggressioni al personale sanitario è un problema che va affrontato dal punto di vista culturale”, ha concluso il Vicepresidente della CRI.