Roma, 19 febbraio 2020 – In Afghanistan il numero di bambini che avrà bisogno di assistenza umanitaria nel 2020 è salito del 40% rispetto allo scorso anno; ciò significa che 1,5 milioni di minori in più avranno bisogno di supporto per sopravvivere. Questa la denuncia di Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – che sottolinea come 18 lunghi anni di conflitto abbiano trasformato l’Afghanistan in uno dei posti peggiori al mondo dove essere bambini.
Nell’anno in corso, specifica l’Organizzazione, altre 3,1 milioni di persone, più della metà delle quali minori, necessiteranno di assistenza umanitaria in un Paese in cui, negli ultimi due anni, la sicurezza è peggiorata notevolmente e il numero di bambini uccisi e mutilati ha raggiunto il suo record.
Secondo le Nazioni Unite, nei primi nove mesi del 2019, i bambini hanno rappresentato il 77% delle vittime civili a causa di armi esplosive. Questo quotidiano rischio mortale ha un profondo impatto sulla salute mentale dei più piccoli che spesso sono testimoni di atti di estrema violenza e devono affrontare lesioni traumatiche che spesso hanno ripercussioni gravissime sulla loro vita. Infatti, oggi nel Paese 1 persona su 10 vive con disabilità fisiche.
Una recente analisi di Save the Children ha inoltre rilevato che due terzi dei genitori intervistati in alcune parti dell’Afghanistan hanno affermato che i loro figli hanno paura delle esplosioni, dei rapimenti o di altre forme di violenza durante il tragitto per andare a scuola. Queste testimonianze danno la misura di quanto i bambini afgani vivano nella paura costante di perdere la vita, senza il necessario sostegno per affrontare questi traumi.
Rischi differenti a seconda che si tratti di bambini o bambine. Come messo in evidenza nel nuovo rapporto “Stop alla guerra sui bambini” diffuso la scorsa settimana dall’Organizzazione, le ragazze nelle aree colpite dai conflitti corrono infatti rischi molto più elevati di essere vittime di violenza sessuale e di genere, gravidanze e matrimoni precoci forzati. In tutti i casi verificati di violenza sessuale contro i minori in aree di conflitto, 9 volte su 10 sono proprio le ragazze ad esserne vittime. I ragazzi hanno invece molte più probabilità di essere esposti ad uccisioni e mutilazioni, rapimenti e reclutamento nei gruppi armati.
“Rispetto ad altre emergenze globali, dopo oltre 18 anni di conflitto l’Afghanistan rimane un Paese dimenticato nonostante le decine di migliaia di morti tra i civili e il fallimento di molteplici tentativi per arrivare alla pace. I bambini nati e cresciuti qui non hanno conosciuto altro che la guerra nella loro vita, hanno paura di andare a scuola e sono a rischio continuo di abusi e sfruttamento. I bambini afgani non hanno accesso all’assistenza sanitaria di base e ad un’istruzione di qualità, per non parlare del supporto psicologico di cui hanno bisogno per superare tutto ciò che hanno dovuto subire”, ha dichiarato Onno van Manen, Direttore di Save the Children in Afghanistan.
“I bambini afgani hanno il diritto di vivere al sicuro, di essere protetti e di crescere come ogni bambino dovrebbe, purtroppo però i loro diritti fondamentali continuano ad essere calpestati. Dobbiamo offrire loro un futuro libero dalla violenza e dalla paura e per questo Save the Children sta intensificando le sue attività in tutto il Paese per rispondere a questa terribile situazione”, ha proseguito Onno van Manen.
Nel 2019, Save the Children ha raggiunto oltre 4 milioni di persone in Afghanistan, delle quali oltre 900 mila bambini, attraverso programmi di educazione, salute, nutrizione e sicurezza alimentare, diritti e protezione. L’Organizzazione è presente con il suo staff in otto province del Paese e realizza anche attraverso partner interventi umanitari in 14 province su 34.