Napoli, 29 gennaio 2021 – Da questa pandemia “usciremo facendo il vaccino. Invito tutti a farlo, provo a convincere tutti quelli che me lo chiedono a farlo. Io oggi ho avuto la seconda dose”. La pensa così Luigi Martemucci, direttore della Uoc Pediatria 2 dell’Aorn Santobono-Pausilipon di Napoli, che in una intervista alla Dire spiega anche come “in Campania sul fronte delle vaccinazioni sia stato fatto un buon lavoro” e che senza lo stop alla distribuzione “si sarebbe continuato su quella strada”.
“Se avessimo la possibilità di avere tanti vaccini disponibili – sottolinea – io sarei il primo ad andare a farli gratuitamente, anche un giorno a settimana, alla popolazione. E come me sono sicuro tanti altri medici perché la nostra professione è questa: mettersi al servizio degli altri. Io sarei il primo a farlo in caso di necessità, mi piacerebbe”.
“Nella seconda ondata, che in Campania ha portato un aumento dei casi di Covid, il numero di bambini positivi è cresciuto, ma pochi di loro hanno avuto bisogno di ricorrere a terapie intensive. La maggior parte è stata curata e seguita veramente bene a domicilio dai pediatri di famiglia”.
“Quello che abbiamo riscontrato e che è stato segnalato recentemente anche dai media sono alcuni casi di patologie legate a una sindrome infiammatoria multisistemica che si manifesta a distanza di uno o due mesi dall’infezione da Covid. Si tratta – avverte il primario – di un evento abbastanza raro, se rapportato all’incidenza della patologia da Covid di cui non abbiamo a disposizione nemmeno numeri completi perché molti bambini sono stati trattati a casa”.
Questa situazione “ha determinato un particolare allarme, ma è bene precisare che si tratta di una sintomatologia che decorre abbastanza bene e non dà assolutamente grossi problemi”.
Martemucci ricorda come “all’inizio della pandemia i colleghi di Bergamo avevano posto l’accento su quella che veniva definita sindrome di Kawasaki in corso di Covid. Già in quei mesi c’erano grossi dubbi che potesse trattarsi effettivamente di quello perché aveva delle caratteristiche cliniche un po’ diverse. Dopo abbiamo capito che si trattava, in realtà, di quella che noi definiamo Mis-c, sindrome infiammatoria multisistemica post Covid, che una volta che abbiamo sensibilizzato i pediatri a stare attenti a questa patologia, una volta che viene diagnosticata precocemente, viene trattata e non dà grossi problemi”.
Una parte importante del lavoro è stata quella di “avvertire dell’esistenza della sindrome che presa in tempo, trattata secondo i protocolli già esistenti e ben precisi, non ci ha dato grossi problemi”.
In merito poi alle ripercussioni che il Covid ha avuto sulla scuola, Martemucci ha precisato che: “La pandemia ha fatto mancare la scuola, che non è solo un mondo di apprendimento di nozioni ma un mondo di crescita dal punto di vista sociale, psicologico e di autostima del bambino. L’assenza di tutto questo per molto tempo sta creando problemi soprattutto in età pediatrica e adolescenziale”.
“Il bambino e l’infante hanno il grande problema di mancanza di comunicazione, di contatto, e a questo si è aggiunta la Dad che da un lato ha aiutato molto ma ha anche tenuto i bambini cinque ore davanti al computer, a cui magari se ne aggiungevano altre due di gioco. Io credo che la scuola si possa ritenere un posto sicuro perché insegnanti e presidi hanno fatto un buon lavoro”.
Per Martemucci attenzione va fatta “in particolare con gli adolescenti a quello che succede fuori, ingresso e uscita dagli istituti” e al tema dei trasporti “che devono essere adeguati allo spostamento degli studenti per farli tornare in presenza in sicurezza”.
“Purtroppo con questo virus, con questa pandemia, abbiamo dovuto convivere, ma ormai dura da un anno e non è pensabile poter fermare il mondo e soprattutto fermare il mondo dei bambini”.
Con la pandemia si è registrato anche un aumento di tentati suicidi tra i minori. “Anche noi, così come altri ospedali, altre realtà, a cominciare da quello che è successo a Palermo o al Bambino Gesù dove c’è stato il primo lavoro in cui è stato segnalato un aumento di casi di tentato suicidio o autolesionismo, non siamo stati esenti dal vivere situazioni difficili con alcuni adolescenti”, racconta Martemucci.
“Ultimamente abbiamo affrontato l’esperienza di una adolescente che ha fatto un gesto sconsiderato di defenestrarsi. Tutte le mattine sono stato da lei, una ragazzina con un sorriso tale da farci chiedere come sia stato possibile che facesse un gesto del genere. Probabilmente c’era qualcosa di base, ma la pandemia, l’isolamento, la circostanza di non poter parlare con un’amica, hanno fatto il resto. Adesso sta già meglio, speriamo – si augura Martemucci – che superi questo momento”.
(fonte: Agenzia Dire)